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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Io, figlia di una guardia giurata, ho paura di perdere il colore della vita”

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La morte atroce di Francesco della Corte ha scosso tutti. In tantissimi hanno affollato ieri la chiesa dal Santo Spirito per dare l’ultimo saluto al ‘gigante buono’, così come era soprannominato dai colleghi. C’erano anche diversi esponenti dei sindacati delle guardie giurate. La figlia di una dei tanti vigilantes che lavorano a Napoli ha scritto una lettera alla nostra redazione, immedesimandosi nei figli di Francesco che hanno perso un padre. Ecco il testo:

Non c’ è un titolo adatto a ciò che sto scrivendo. Sinceramente preferirei evitare parole poco floride, trovandomi in uno stato di ‘incazzatura’. Sono figlia di Guardia Giurata, mio padre oltre ad essere un collega è anche un conoscente di Francesco Della Corte, vittima innocente, aggredita alla metro di Piscinola mentre svolgeva il proprio lavoro, venuto poi a mancare qualche giorno fa. Avete presente quando Facebook vi chiede: ‘come ti senti oggi’? beh…oggi, come ieri, come l’altro ieri e cosi via sono incazzata, delusa, amareggiata e furiosa, tutti aggettivi troppo docili rispetto a quello che sento. Credo che spesso il mestiere della Guardia giurata sia molto sottovalutato, orari massacranti, notti insonni, poco tempo da passare con la famiglia e tanta, ma tanta pazienza. Mio padre torna spesso molto stanco da lavoro, non fisicamente ma mentalmente, il vero massacro è quello psicologico, ogni giorno dover affrontare, purtroppo, persone maleducate, ragazzini prepotenti, individui che pur di non pagare un biglietto, per usufruire di un servizio, sono pronte ad ‘alzare le mani’

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Ragazzini (se cosi possono definirsi), che il sabato sera occupano i vagoni delle metro, non facendo entrare altre persone, saltellando da una sedia all’altra, come fossero tanti piccoli Tarzan, deridendo ed usando parole ‘poco carine’ per le altre persone presenti, sfortunatamente, nel vagone, che per paura o peggio per rassegnazione non rispondono a queste provocazioni. Spesso mi sono ritrovata ad assistere a queste scene e ho dovuto mantenere la calma per non trovarmi in situazioni poco piacevoli. Vivere in periferia, implica molte volte il fatto di dover convivere con determinate problematiche, purtroppo però, la cosa più brutta, ciò che deve far realmente riflettere, è che qui la gente si è rassegnata a Sopravvivere. Francesco è vittima di tutto ciò. Non bisogna però, per quanto possa essere vero o meno, tornare sul solito discorso della mancanza delle istituzioni in questo territorio, della mancanza di lavoro… le solite frasi fatte, BASTA.

Tutto ciò non giustifica gesti del genere, tutto questo non deve minimamente essere messo sullo stesso piano, quando si parla di un massacro, un gesto vile, tre mostri che decidono di togliere la vita ad una persona, un padre, un fratello… Leggere, sui social, post e commenti rivolti a questi ‘mostri’, invitandoli a mantenere la calma e a resistere, paragonandoli al re della foresta, usando frasi come “leone sei solo ferito” oppure, “tornerete più forti di prima”. Tutto ciò fa capire che l’unico problema, è l’ignoranza. Non bisogna assolutamente confondere le cose, come molti vogliono, loro sono i Carnefici, non le vittime.

Non sono loro ad aver perso qualcosa, sono assassini, parassiti, sono ciò che di più marcio possa esistere, non bisogna farli passare come pecorelle smarrite, perché non è cosi, non ho più voglia di ascoltare durante le interviste frasi come: “era un bravo ragazzo”, “brave persone” ma cosa ? le brave persone non uccidono, non rubano, non commettono questi atti indicibile, nemmeno con il pensiero, già, perché solo il pensiero di dover far del male a qualcuno, farebbe gelare il sangue, soprattutto se a commettere questi atti cosi atroci sono ragazzini. La freddezza nei loro occhi, la sicurezza della loro voce, quasi fossero stati reduci di chi sa quale guerra, ma in realtà sono solo pessimi attori ed imitatori che attribuiscono la colpa alla vita dura, che non dà loro possibilità. Le possibilità si creano, “ò mestièr”, così come lo chiamano in molti, non scende dalle nuvole, ci vogliono competenze e sacrifici, devozione ed impegno, chiamate quelli che studiano come me e molti altri, “e’ sciemi,” perché per voi la scuola è inutile, la vera ‘maestra’ è la vita.Non sono una di quelle persone che attribuisce la colpa di tutto a Gomorra e simili. Non per questo bisogna prendere d’esempio ciò che la tv ci mostra ogni giorno, ho visto persone piangere per la morte di uno dei personaggi principali di Gomorra.

Bisogna saper distinguere la persona, dal personaggio, ricordate che bisogna apprezzare Marco D’Amore in quanto attore di grandissimo livello, non Ciro Di Marzio. Il discorso dell’Emulazione non scinde da quello dell’Ignoranza, poiché a coloro i quali hanno un minimo di buon senso e di intelligenza mai può passare per la testa di assumere atteggiamenti simili a quelli visti in tv. Non ci sono buoni per cui tifare, li è tutta feccia non bisogna sperare che uno prevalga sull’altro ma che tutti facciano la stessa fine. Gomorra la serie non è stata creata per dar esempio, ma per mostrare lo schifo che c’è ma non si vede o che molti tentano di nascondere.

Invece mi ritrovo ad assistere a scene assurde sempre più spesso, bambini che imitano i loro personaggi preferiti in tutto e per tutto, dal taglio di capelli, all’ abbigliamento e  nell’atteggiamento, bambini che a 10 anni chiedono motorini e pistole a piombini, bambini che a 10 anni sanno già accedere a pagine web di soli maggiorenni, bambini che non riescono a formulare una frase di senso compiuto in italiano perché abituati a parlare in dialetto in qualsiasi contesto, che sia casa, strada o scuola, si anche scuola perché ormai le maestre non provano nemmeno più a correggerli, per paura di ritrovarsi circondate dai genitori  e minacciate, questo Sentimento di RASSEGNAZIONE è quanto di più orrendo possa esserci. Mi fa male e tanto veder mio fratello di 10 anni che si comporta, come è doveroso fare per RAGAZZINI della sua età, che viene deriso dagli altri perché crede ANCORA a ‘babbo natale’, perché gioca ANCORA con i pupazzi e perché preferisce vedere un film a casa, piuttosto che stare in giro fino alle 2 di notte. Mostri che colpiscono un uomo alle spalle riducendolo in fin di vita cosi per puro divertimento, per avere ‘o’ fierrò’ (la pistola) ,a 16/17 anni sono diventati degli assassini; mostri che non sono stati seguiti, educati a dovere e che devono pagare per ciò che hanno fatto. Non ci pensate alle vite breve che vi spetta, se può chiamarsi vita, essere rinchiusi in casa perché ricercati, vedere amici e membri della vostra famiglia morire uno dopo l’altro, perché si sa che chi fa questo non può certo vantare una lunga vita d’avanti a sé.

La vita è preziosa, questa guardia giurata non è stata né la prima e ne sarà l’ultima vittima di questa ignoranza che ci circonda. Prima di essere un lavoratore onesto, era un marito, un padre, un figlio, un fratello, una persona, un essere umano, un essere vivente ed in quanto tale merita rispetto. Sono stanca di essere ghettizzata, trattata come parte di quel fascio d’erba, che di verde non ha nulla, ma che sta marcendo sempre più.

La cattiveria è una luce fredda in cui ogni cosa perde colore, e lo perde per sempre.

(Alessandro Baricco)

Chi ha compiuto questo massacro e chi cerca, in modo vile, di dar forza a questi mostri, ha perso il colore, quel colore che resterà sempre forte ed accecante nei figli e nella moglie di Francesco Della Corte, quel colore che il loro papà ha donato loro, con l’educazione ed il rispetto dell’essere umano, quel colore che li accompagnerà nel cammino della loro vita, quel colore sarà il loro PAPA’. Quel colore che hanno le famiglie di tutte le vittime di questi mostri dalle sembianze umane”.

 

Francesca, figlia di una guardia giurata

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