Sulla base di alcuni calcoli che hanno visualizzato i periodici cambiamenti di spese e guadagni, l’istat ha condotto delle analisi approfondite e da queste ha pronunciato un duro responso.
Un’occupazione sempre più lenta
Nel terzo trimestre del 2022 considerando i dati emendati dall’ Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) si è stabilito che il lavoro presenta degli accenni di diminuzione e rallentamento rispetto ai tre mesi precedenti (-0,1% rispetto al secondo trimestre) e al tempo stesso vige una notevole diminuzione su base annua (+2,7% rispetto al terzo trimestre 2021). In una condizione similare si trova anche l’occupazione che cala leggermente rispetto il trimestre precedente e si riduce l’aumento su base annua. Tali dati risultano essere designati da un calo dei disoccupati e da una leggera crescita degli inattivi tra i 15-64 anni
Le retribuzioni si riducono
Effettuando un confronto che vede come messi di paragone l’anno 2007 e il 2020 si sono raggiunte alcune considerazioni. la distribuzione dei salari ha indubbiamente visualizzato delle mutazioni che ad oggi risultano essere degenerative. tra il 2007 (anno che precede la crisi economica) e il 2020 risulta che i contributi sociali assegnati dai datori di lavoro siano diminuiti del 4% ma al contrario i contributi dei lavoratori sono rimasti invariati. le imposte sul lavoro, inoltre, hanno subito un aumento del 2%. Di conseguenza contestualizzando e prendendo in considerazione tutti questi cambiamenti risulta che la retribuzione netta a disposizione dei lavoratori si è ridotta del 10%. Questo è tutto ciò che emerge dalle analisi “Reddito e condizioni di vita” condotte dall’Istat.
Redditi inferiori ai 30mila euro
Già dal 2020 il 76% dei redditi lordi individuali non supera i 30mila euro annui. la metà dei redditi lordi individuali si dispone tra 10.001 e 30.000 euro annui, un quarto è sotto i 10.001 e solo il 3,7%oltrepassa la soglia dei 70.000 euro. per quanto riguarda il reddito medio da lavoro autonomo