Un’indagine lampo quella condotta dagli uomini della squadra mobile di Napoli (I sezione) coadiuvata dai colleghi di Milano che questa notte hanno fermato il 37enne Antonio Amoroso perché indiziato dell’omicidio di Luigi Procopio ucciso in Vico VII alla Duchesca lo scorso 30 settembre.
A Procopio gli investigatori sono giunti quasi subito anche perché nelle ore immediatamente successive al delitto gli uomini guidati dal dirigente Giovanni Leuci hanno acquisito numerose informazioni sull’uomo e sulla questione del debito maturato da Procopio nei suoi confronti (Amoroso è parente acquisito della vittima). Dopo diversi tentativi per recuperare la somma Amoroso avrebbe affrontato Procopio in strada esplodendo gli contro cinque colpi, il tutto davanti al nipotino di soli 11 anni.
Amoroso è stato fermato questa notte anche per un aggravamento di pena per aver violato i domiciliari, misura che aveva ottenuto dopo una vicenda che aveva destato molto scalpore. Tre anni fa infatti si costituì presso la compagnia dei carabinieri di Marano alcune settimane dopo aver tentato di uccidere l’ex compagna incinta.
Il gip del tribunale di Napoli nord lo aveva condannato a dieci anni concedendogli però gli arresti domiciliari. Decisive le argomentazioni del suo legale, l’avvocato Mauro Zollo, che era riuscito a ridimensionare le accuse per il suo assistito. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri Amoroso quel giorno si fece accompagnare da un complice in scooter a casa della ex convivente, una donna di 29 anni, in via Marano – Pianura, e sparò un colpo verso di lei. Per fortuna il proiettile si conficcò in un’imposta. Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e al testimonianza della donna si giunse ben presto all’identificazione di Amoroso, originario di Forcella ma da qualche anno residente proprio a Marano.