Con il passare dei minuti, iniziano ad emergere particolari sempre più precisi in merito alla cattura del superlatitante Marco Di Lauro. La svolta è avvenuta in poche ore. L’arresto di F4 è collegato a doppio filo al femminicidio di Melito in cui ha perso la vita Norina Matuozzo, freddata con tre colpi di pistola dal marito Salvatore Tamburrino, considerato “dilauriano” della prima ora. E’ stato il questore di Napoli, Antonio De Iesu, a parlare di “fibrillazioni”, ma ad essere determinante sarebbero state alcune intercettazioni.
Secondo quanto trapela, a pochi minuti dalla presa in consegna di Salvatore Tamburrino, gli uomini delle forze dell’ordine hanno registrato un certo fermento tra i telefoni “attenzionati” da tempo: “Chist’ so cant, iatal a piglià”. Questa è stata la frase che, unita alle rivelazioni di Tamburrino, hanno fatto scattare l’operazione congiunta di polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza. Probabilmente un tentativo estremo per salvare, per l’ennesima volta, il boss dei Di Lauro dall’arresto. Non c’era tempo da perdere, il covo di Marco Di Lauro era a rischio, così si è deciso di operare sulla base delle informazioni trapelate dopo l’arresto dell’uomo che poche ore prima aveva brutalmente ucciso sua moglie nella palazzina di via Papa Giovanni XXIII di Melito.
Nelle intercettazioni non c’è alcun riferimento a Marco Di Lauro, ma gli uomini delle forze dell’ordine hanno deciso di agire per evitare di “bruciare” il covo. Nel primo pomeriggio il super latitante è stato assicurato alla giustizia dopo 14 anni in fuga, pur restando a pochi metri da casa.
Più remota l’ipotesi che vorrebbe invece che l’intercettazione si riferisse allo stesso Tamburrino e al diffondersi della notizia in ambienti criminali.
