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sabato, Aprile 20, 2024
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“Mi stanno uccidendo, denunciate l’ospedale”, l’ultimo sms di Giuseppe Esposito alla famiglia

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E’ stata disposta l’autopsia di Giuseppe Esposito, 20 anni, deceduto il 17 maggio scorso mentre si trovava ricoverato al reparto trapianti-terapia intensiva del Policlinico Umberto I.

Il pm Roberto Felici, titolare del fascicolo al momento senza indagati, ha anche ordinato il sequestro del macchinario a cui era affidato il giovane, affetto da fibrosi cistica toracica.

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Secondo quanto ricostruito dai familiari nella denuncia il giovane era ricoverato nel reparto dal 5 maggio scorso per effettuare una serie di analisi al fine di verificare la possibilità di effettuare un trapianto di polmoni. “Mio fratello era lucido e vigile – racconta ai cronisti la sorella Michela – ma dopo avere effettuato la tracheotomia ed esami clinici, a partire dalla sera di domenica 13 maggio le sue condizioni sono cominciate a peggiorare”.

Il quadro si sarebbe compromesso la notte del 16 maggio. “Intorno alle due di notte – prosegue ricordando la sorella, difesa dall’avvocato Valerio Tamburini – Giuseppe invia un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, che lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e abbiamo appurato che i sanitari stavano effettuando le cure e che il problema era legato al macchinario, l’Ecmo che serve per abbassare il livello di anidride carbonica nel sangue, a cui doveva essere sostituito il filtro”.

E quindi “alle sette di mattina del 17 maggio – aggiunge sorella del giovane – siamo stati informati che la situazione era drammaticamente precipitata: ci hanno fatto entrare nel reparto e alle 7.20 è stata dichiarata la morte di Giuseppe”. I familiari chiedono che venga fatta chiarezza. “Vogliamo capire perché Giuseppe è morto e se ci sono state negligenze da parte dell’ospedale nelle cure e nelle terapie utilizzate”.

PARLA L’OSPEDALE

Durante il ricovero di Giuseppe Esposito, il ventenne napoletano con fibrosi cistica, in attesa di trapianto polmonare e morto al Policlinico Umberto I di Roma, «sono state prestate tutte le cure previste dal caso, senza ritardi né omissioni sia da parte del personale medico che di quello infermieristico». Lo comunica la direzione generale dell’azienda ospedaliero-universitaria capitolina, dopo che la commissione interna di verifica istituita per far luce sulla vicenda ha concluso nella serata di ieri i suoi accertamenti e approfondimenti tecnici.
«Contrariamente a quanto riportato dai media – si legge inoltre nella nota – l’apparecchiatura utilizzata per il supporto extracorporeo dell’ossigenazione del sangue risultava perfettamente funzionante, è di nuovissima generazione e conforme alle normative europee». Secondo quando accertato dalla commissione, «il macchinario acquisito lo scorso mese di ottobre risulta essere stato sottoposto regolarmente a interventi di manutenzione ordinaria».
«Il paziente G.E., in cura presso l’Aou Federico II di Napoli, è giunto in gravi condizioni al Policlinico Umberto I di Roma – sottolineano dalla struttura – per l’attivazione della cosiddetta procedura di trapianto “in urgenza” che, in quanto tale, implica un’aspettativa di vita molto breve sulla scorta delle condizioni cliniche». Anche alla luce di quanto verificato, «il Policlinico Umberto I ripone piena fiducia nell’operato della magistratura, offrendo la massima collaborazione per l’accertamento dei fatti».

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