Si avvicina sempre di più la sfida scudetto tra Napoli e Cagliari. Il clima per la partita è surreale e l’aria che si respira per le strade di Napoli è indescrivibile: si attende un Maradona gremito di persone sia all’interno che all’esterno come si poteva immaginare dalla coda di Ticketone di circa 450.000 persone per cercare di aggiudicarsi i biglietti per il match che andrà in scena stasera alle 20:45.
Ancora una volta formazione e modulo che userà Conte saranno una sorpresa come accaduto spesso questa stagione, ma il più gettonato resta il 4-4-2: Meret tra i pali, difesa composta da capitan Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera e Spinazzola, centrocampo che vede Politano largo a destra, Anguissa e Gilmour centrali e Scott McTominay esterno a sinistra, attacco invece che sarà composto dalla coppia Raspadori Lukaku e che, dunque, vede ancora una volta David Neres non partire dal primo minuto.
Probabili formazioni: tra dubbi e certezze
Stasera andrà in scena Napoli-Cagliari e non c’è nessuna certezza sul futuro degli azzurri, nemmeno sulla formazione che andrà in campo dal primo minuto.
La più quotata, come affermato prima, è il 4-4-2, ma ci sono almeno altre due opzioni che abbiamo visto spesso questa stagione e che potrebbero destare colpi di scena.
La prima è il classico 4-3-3: modulo che, con molta probabilità, sarà usato solo se Antonio Conte deciderà di schierare David Neres titolare, giocando con il centrocampo a tre composto da McTominay, Anguissa e Gilmour e l’ipotetico tridente d’attacco impostato con il brasiliano a sinistra, Politano a destra e Romelu Lukaku centrale.
La seconda ipotesi, quella che abbiamo visto più spesso nel corso della stagione, è il 3-5-2: questo modulo vedrebbe la difesa a tre composta da Olivera, Rrahmani e Di Lorenzo, centrocampo assemblato con i classici Spinazzola e Politano a fare i quinti a tutta fascia con i tre ruoli centrali interpretati da Anguissa, McTominay e Gilmour. Infine troviamo la coppia d’attacco protagonista di questa stagione che vede Jack Raspadori e Big Rom a prendersi le redini dell’attacco in mano.
