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sabato, Aprile 27, 2024
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“Non abbiamo un euro”, la crisi dei Licciardi evitò la guerra tra gli Amato-Pagano ed i Polverino

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Le mire espansionistiche degli Amato-Pagano avrebbero potuto causare un’altra violenta guerra nell’area nord di Napoli, già segnata dalle prime due faide di Scampia. Nel 2013 gli Scissionisti avrebbero voluto conquistare Marano, roccaforte del clan Polverino, invece la violenza camorristica venne, paradossalmente, scongiurata dalla crisi economica di un componente dell’Alleanza di Secondigliano. Dall’ultima inchiesta condotta contro i vertici del clan Licciardi è emerso il ruolo di pacieri svolto da Gianfranco Leva e Paolo Abbatiello in un momento di grave tensione.

SULL’ORLO DELLA GUERRA TRA POLVERINO E AMATO-PAGANO

Tutto iniziò con l’arresto di Cesare Pagano che portò Mariano Riccio al vertice della camorra melitese: proprio il nuovo reggente strinse un patto con Antonio Ruggiero, alias Tonino ‘o Chiattone, per attaccare i territori del clan Polverino. Però l’ex costola dei Nuvoletta decise di rivolgersi ai Licciardi per mediare: i due gruppi si federarono nella Nuova Famiglia nata per combattere Raffaele Cutolo, inoltre, dopo la vittoria contro la NCO, entrarono in affari monopolizzando il mercato del calcestruzzo.

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“MARIANO RICCIO VOLEVA PRENDERSI MARANO”

Le tensioni tra i Polverino e gli uomini di Riccio sarebbero state confermate anche dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Simioli nell’aprile del 2021 quando raccontò di un suo incontrò con Abbatiello: “Il problema di cui parlammo riguardava il fatto che Mariano Riccio nel 2012 tentò di prendersi criminalmente Marano, accordandosi con una famiglia di Marano, i Ruggiero, che sono una famiglia diversa da quella di Giuseppe Ruggiero e dei figli. Da qui vi furono una serie di incontri con quelli della Vinella Grassi per dire loro che Marano non l’avrebbero mai presa“. Ancora una volta fu fondamentale la diplomazia secondiglianese alla luce dei suoi rapporti con i Girati della Vanella Grassi all’epoca alleati proprio con gli Amato-Pagano.

NIENTE SOLDI, NIENTE GUERRA: LA POSIZIONE DEI LICCIARDI

Quindi Leva e Abbatiello decisero di evitare la guerra perché in quel momento il loro gruppo viveva una grave crisi economica. Retroscena confermato da Leva in occasione di un colloquio, captato grazie ad un intercettazione dell’ottobre 2013, con alcuni esponenti di spicco della camorra maranese. “Ma come facciamo questa guerra. Noi non abbiamo un euro, ma come la fai questa guerra. Noi non mandiamo da 5 mesi le mesate dei carcerati, facciamo la guerra. Allora qua oggi non si può fare, se la facciamo noi la guerra è finita, non usciamo più di galera, ma mica è per codardia, risparmiati non è il momento“.

LA CRISI FINANZIARIA DEL CLAN LICCIARDI

Maria Licciardi chiese un prestito da 150mila euro al boss del clan Polverino

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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