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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Omicidio Marco Vannini, la famiglia Ciontoli entra in carcere. “Giustizia è fatta”

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«Giustizia è fatta, Marco riposa in pace». Questo il primo commento di Marina Conte, la mamma di Marco Vannini, dopo la sentenza di ieri della Corte di Cassazione di Roma.  Confermate le condanne per la famiglia Ciontoli ritenuta responsabile della morte del giovane a Ladispoli. A essere condannati Antonio Ciontoli che ha rimediato 14 anni di reclusione per omicidio volontario con dono eventuale. Mentre i due figli Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo hanno incassato rispettivamente a 9 e 4 mesi.

Omicidio Marco Vannini, le reazioni della famiglia

«Una settimana fa ho sognato Marco, era al mare e mi diceva ‘mamma, andrà tutto come deve andare, stai tranquilla’» ha aggiunto Marina Conte. Questo l’annuncio della mamma di Vannini che ora ha l’intenzione di «fondare un’associazione in nome Marco con la quale aiutare i giovani. Giustizia è fatta». A parlare anche il papà di Marco Vannini, Valerio. «Finalmente è stata fatta giustizia, adesso manterrò la promessa di portagli un mazzo di fiori se la sentenza fosse stata di condanna». Ad assistere in aula alla lettura della sentenza dei giudici di Cassazione anche Roberto Carlini, zio di Marco Vannini. «Siamo tutti stanchi ma alla fine ce l’abbiamo fatta, la giustizia ha trionfato. Stasera per loro si aprono le porte del carcere. Ma non volevano vendetta ma solo giustizia».

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“Giustizia è fatta”

«Giustizia è fatta. In questi anni come comunità non ci siamo dati pace. Siamo andati alla ricerca non del colpevole ma di una giustizia per una tragedia che ha segnato l’Italia intera, proprio per la maniera in cui si è consumata. Da uomo delle Istituzioni oggi per me questa sentenza conferma che la giustizia può e deve sempre trionfare. Resterà per sempre il dolore e la nostra vicinanza alla famiglia di Marco che in questi anni, con una dignità straordinaria hanno atteso con rispetto tutto l’iter giudiziario». Queste le parole del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci.

Ma l’avvocato della famiglia Ciontoli, Gian Domenico Caiazza, non ha condiviso la sentenza dei giudici della Cassazione di Roma dichiarando: «Sono attonito, non so come sia stato possibile confermare una sentenza così errata».

La sentenza contro la famiglia Ciontoli

Condanne definitive per l’omicidio di Marco Vannini. La Suprema Corte di Cassazione oggi si è espressa in via definitiva condannando Antonio Ciontoli a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale. Vannini morì con un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 nella villetta dei genitori della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. Molte ancora le ombre sulla reale dinamica che ha portato alla tragica morte del giovane. La lettura della sentenza è stata accolta in aula da applausi e grida di gioia.

Nove anni e quattro mesi di detenzione, invece, la pena inflitta a Maria Pezzillo, moglie di Ciontoli e i figlia Martina e Federico. I tre sono stati condannati per concorso anomalo in omicidio volontario. Secondo il giudice, la famiglia Ciontoli avrebbe potuto evitare il tragico epilogo. Sarebbe bastato permettere i soccorsi in tempo per salvare la vita a Marco Vannini. I giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso dei Ciontoli e confermato la sentenza di secondo grado.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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