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“Pandoro-gate”, Chiara Ferragni rinviata a giudizio per truffa aggravata

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Chiara Ferragni è stata citata a giudizio per truffa aggravata nella vicenda del Pandoro e delle uova di Pasqua.

Il decreto di citazione diretta è stato notificato stamattina agli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. La prima udienza sarà a settembre. Immediata la replica dei legali: “Non ha commesso alcun reato”.

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“Pandoro-gate”, Chiara Ferragni rinviata a giudizio per truffa aggravata

Con Chiara Ferragni, la procura di Milano ha disposto la citazione diretta anche per il suo ex manager Fabio Damato. A giudizio il 23 settembre anche Alessandra Balocco, assistita dagli avvocati Alessandro Pistocchini e Alessandra Bono, oltre a Francesco Cannillo, rappresentante della Dolci Preziosi. Per tutti l’accusa è truffa aggravata.

Secondo l’accusa, nella campagna commerciale aveva lasciato intendere che, acquistando il pandoro, si sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la somma era stata già stanziata. La stessa cosa sarebbe accaduta durante la campagna promozionale delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. Il decreto di citazione diretta è stato notificato stamattina agli avvocati e la prima udienza sarà a settembre.

La prima autorità a sollevare il problema per “pubblicità ingannevole” era stata l’Antitrust che ha poi multato l’influencer per un milione di euro. Chiara Ferragni, tramite i suoi avvocati, ha rinunciato al ricorso e ha pagato la sanzione. Si è invece avvalsa del ricorso amministrativo l’azienda dolciaria Balocco Spa che era stata sanzionata con 420mila euro. Nei suoi confronti il Tar ha accolto una richiesta di rinvio “a data da destinarsi” proposta dagli avvocati. Per quanto riguarda invece le uova di Pasqua, l’Antitrust aveva trovato un accordo con Chiara Ferragni che ha versato 1,2 milioni di euro all’associazione I bambini delle fate. In cambio l’autorità non ha portato avanti il procedimento.

La difesa: “Chiara non ha commesso alcun reato”

Intanto sul caso pandoro erano state presentate le prime denunce del Codacons, l’associazione dei consumatori che si era schierata fin da subito verso chi aveva comprato il pandoro rosa di Balocco e Ferragni. Il mese scorso però tra Ferragni e Codacons è arrivato l’accordo: stando a quanto deciso, l’influencer è pronta a risarcire i consumatori e a donare 200mila euro in beneficenza a favore delle donne vittime di violenza.

I difensori dell’imprenditrice digitale, avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, dopo aver appreso che la Procura ha emesso il decreto di citazione a giudizio, hanno dichiarato: “Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm. L’interlocuzione con i pm non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.