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venerdì, Marzo 29, 2024
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«Se tocchi Gabriella ti faccio la guerra», le minacce del ras Minichini ai Mazzarella

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Piazza Mercato campo di battaglia tra opposte fazioni. Una guerra trentennale a cui è stata posta la parola fine solo grazie all’azione delle forze dell’ordine. Lo scontro tra i Mazzarella e i Rinaldi (federati ai Minichini) ricostruito nell’ultima ordinanza di custodia cautelare, provvedimento eseguito nei confronti di Gabriella Onesto, Fabio Oliviero e Vincenzo Papi. Dalle pagine dell’ordinanza emerge un particolare che riguarda Gabriella Onesto, la donna per la Procura deputata alle estorsioni. La stessa rimasta vittima di un agguato nella zona di vico Soprammuro. Dopo quel raid la Onesto, in una serie di intercettazioni, si interrogava sui perchè di quel raid. Credeva di essere finita nel mirino in quanto sorella, da parte di madre, di Ivan Maione già condannato dal tribunale dei Minori in quanto ritenuto responsabile dell’omicidio di Salvatore Mazzarella, padre di Francesco Mazzarella all’epoca reggente del clan.

L’intervento di Michele Minichini ‘a tigre

Nell’ordinanza si fa riferimento al rapporto esistente tra la Onesto e Michele Minichini, indicato come reggente dell’omonimo gruppo di Ponticelli. Minichini, in un incontro con esponenti dei Mazzarella avrebbe proferito queste parole:«Se tu tocchi a Gabriella tocchi a me e io ti faccio guerra». Sempre nella medesima conversazione si evidenzia che la Onesto, per cercare, dunque, di comprendere le ragioni dell’agguato, intendeva avere un approccio con gli uomini del clan Mazzarella tramite una persona che indicava con il soprannome di ‘o cines.

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Il racconto dei collaboratori di giustizia

La faida di piazza Mercato spiegata dalle ‘voci di dentro’. Quelle dei collaboratori di giustizia Carmine Campanile ‘o ricc (leggi qui la notizia relativa al suo pentimento) e Gennaro Buonocore, ex ras dei Mazzarella per piazza Mercato e vico Soprammuro. Le loro dichiarazioni si sono rivelate preziosissime per l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare che tre giorni fa hanno portato in carcere Vincenzo PapiGabrielle Onesto e Fabio Oliviero (leggi qui l’articolo). Tutto nasce dalle richieste estorsive nella piazza di spaccio da parte dei Rinaldi (coadiuvati dai Minichini). In due distinti verbali Campanile ha dichiarato che su mandato dei vertici del clan Mazzarella aveva sparato, armato di mitra e pistola, all’indirizzo di una Smart su cui viaggiavano la Onesto e un altro giovane (solo indagato) appartenenti al gruppo Minichini-Rinaldi che avevano avanzato una richiesta estorsiva a Vittorio Pacifico, ras dei Mazzarella per il Mercato.

La risposta armata dei Mazzarella

«Sono stato incaricato da Alberto e Ciro Mazzarella, che gestiscono le attività illecite a piazza Mercato, di affrontare gli esattori del gruppo Minichini-Rinaldi, tali Gabriella e Giuseppe Prisco. Mi consegnarono un mitra, una pistola 7,65 e la bomba di cui ho già detto. Vittorio sapeva che avrei dovuto affrontare questi esattori e quando arrivarono li intrattenne per darmi il tempo di scendere dal terzo piano dell’abitazione di Gennaro Buonocore, armato di mitra e pistola con cui esplosi, nella parte bassa del lato posteriore di una Sman di colore nero e grigio evitando di colpire sia gli occupanti che eventuali terze persone. Ho sparato 20 colpi col mitra e sette con la pistola mettendo in fuga gli esattori che poi non sono più venuti a ritirare la tangente. Però Giuseppe Prisco venne a sparare a via Giacomo Savarese dove abita Ciro Mazzarella il giorno dopo. Era in compagnia di Minichini Alfredo ed altri due ragazzi del clan Rinaldi».

La stesa in piazza Mercato

Come dichiarato da Campanile a fornire le armi al clan fu Vincenzo Papi:«Ricordo che mi telefonò Gennaro Esposito, detto “Cap e Bomb”, di mattina e mi disse di andare a casa di Buonocore Gennaro perché eravamo pronti. Andai subito a casa di Buonocore Gennaro e lì c’era anche Esposito che mi disse che si doveva fare l’attentato agli emissari dei Rinaldi che dovevano prelevare la tangente da Pacifico Vittorio per lo spaccio della droga e che avevamo le armi che ci erano state fornite da Vincenzo Papi». Dopo quell’agguato vi fu una stesa dimostrativa in piazza Mercato e un altro episodio (leggi qui). In vico Soprammuro poi le minacce agli ambulanti:«Ricordo che dopo l’agguato agli emissari dei Rinaldi, insieme a Gennaro Buonocore e a un certo omissis ci presentammo a vico Soprammuro, dove fanno il mercato del pesce, e dicemmo ai bancarellari che da quel momento avrebbero dovuto pagare a noi del clan Mazzarella e non più ai Rinaldi. Ricordo che ero armato con una
bomba a mano che dicevo avrei utilizzato contro di loro se avessero continuato a pagare i Rinaldi».

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