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sabato, Aprile 20, 2024
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Sgominata banda di Rapinarolex, da Napoli al Nord e all’estero per i colpi

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Si spostavano da Napoli verso Firenze, Torino, ma probabilmente persino a Parigi per rubare Rolex del valore di decine di migliaia di euro. Noleggiavano un furgone sul quale caricavano due scooter e poi, con i motorini, monitoravano gli spostamenti delle vittime prescelte e stabilivano come rapinarle aspettando il momento giusto. Sgominata banda di Rapinarolex, da Napoli al Nord e all’estero per i colpi

I nomi della banda dei Rapinarolex

Sette le persone colpite da ordine di misure cautelari – 5 in carcere, 2 ai domiciliari – richieste dal pm Christine Von Borries e firmate dal giudice Giampaolo Boninsegna. Contestate per ora due rapine aggravate in concorso. Salvatore Lezzi, 53 anni, e Rocco Tomaselli, 31, sono già in carcere a Poggioreale; Giovanni Vaccaro, 30 e Giovanni Capasso, 25, ai domiciliari perché incensurati. Altri tre a ieri sera erano ancora attivamente ricercati.
Due mesi di indagini, avviate dopo il brutto episodio di via Scialoia del 23 aprile scorso dagli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia di Firenze. In via Scialoia dunque c’è una signora in macchina, sta guidando, il braccio appena fuori dal finestrino. Si accorge solo all’ultimo dei due motociclisti che l’affiancano e le sfilano il Rolex.

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Come avvenivano i colpi

Quando, il 19 maggio, i carabinieri di Torino intervengono su una rapina del tutto analoga (anziano alla guida, tre motocicli in azione stavolta, portato via un Rolex daytona da 10mila euro), la segnalazione viene girata anche ai colleghi di Firenze. Viene predisposto un controllo a Firenze sud. I militari sanno di dover fermare un furgone Ducato. E la macchina d’appoggio. C’è, il Rolex rapinato a Torino. Il riscontro è importante, forse decisivo. In quel momento i componenti della batteria sono denunciati ‘solo’ per ricettazione; ma i carabinieri ormai hanno nomi. Il loro modus operandi: l’azione dopo accurate ricerche delle vittime potenziali che, individuate, vengono seguite, pedinate in attesa del momento più propizio per aggredirle. Una successiva perquisizione consente di trovare nelle abitazioni di alcuni di loro i vestiti ritenuti uguali, identitici, a quelli indossati in entrambi i colpi, a Firenze e a Torino.

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