Non è un criminale. Non è un camorrista né un profilo noto alle forze dell’ordine per altri reati. Ha una famiglia, tre figli e una moglie. Ha un lavoro regolare, è parrucchiere. Ma è l’autore della sparatoria di via Chiatamone. E, stando a quanto ha riferito ai Carabinieri della “Pastrengo”, domenica mattina ha deciso di acquistare una pistola in un mercatino dalle parti di piazza Garibaldi. «Pensavo fosse una scacciacani e non un’arma capace di uccidere», ha precisato. Francamente, questa deposizione lascia quantomeno perplessi. Chi spenderebbe 500 euro circa per comprare qualcosa che non si sa se sia una pistola vero o una scacciacani? E, soprattutto, quale venditore venderebbe una pistola reale allo stesso prezzo di una scacciacani? Fatto sta che le (nuove) indagini si stanno sviluppando a partire dalle dichiarazioni spontanee dell’indagato.
La ricostruzione completa della sparatoria
L’uomo, un 31enne di Napoli, ha aiutato gli inquirenti a ricostruire le ore precedenti la sparatoria. Ma non solo. I racconti dell’uomo – ragazzo – hanno fornito dettagli anche sui momenti di tensione di via Chiatamone. Vi abbiamo raccontato (qui) cosa accadde quella sera: un uomo armato sparò a dei parcheggiatori abusivi accusandoli di aver rubato il suo scooter. La sparatoria di via Chiatamone e la stesa di piazza Trieste e Trento di qualche giorno prima, hanno convinto l’Amministrazione De Magistris a blindare le vie della movida partenopea. Ne abbiamo parlato qui. L’autore della sparatoria sul Lungomare, consegnandosi, ha tracciato una netta linea di separazione dalle dinamiche malavitose che affliggono la città. «Ho avuto paura, ho estratto la pistola e ho sparato», ha detto ai Carabinieri. Sarebbe stato, infatti, accerchiato dai parcheggiatori abusivi dopo le reiterate proteste per il furto del suo scooter. Tutto da provare e confermare ma è un buon inizio.