Il Sisde avrebbe voluto far evadere Toto Riina sei mesi dopo la sua cattura a Palermo. Il retroscena è stato riportato da Il Fatto Quotidiano che cita il pentito Pasquale Nucera. L’uomo venne ascoltato nel 2019 nel processo contro la ‘ndrangheta stragista che vide imputati i boss Giuseppe Graviano e Rocco Filippone. Entrambi furono accusati dell’attentato ai carabinieri Fava e Garofalo. Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, il collaboratore di giustizia descrisse un progetto di evasione. La ’ndrangheta avrebbe dovuto assoldare mercenari serbi e un pilota di elicottero.
LA RIUNIONE A MONTERCARLO
Come riferito dal pentito ci sarebbe stata anche una riunione a Montecarlo. In quell’occasione pezzi infedeli dello Stato si sarebbero incontrati con un agente libico, il figlio del boss Mico Libri e Vittorio Canale, storico ambasciatore della cosca De Stefano in Costa Azzurra. A quella riunione Nucera non partecipò ma accompagnò Canale che, in quel periodo, lo stava ospitando a Nizza.
IL RACCONTO DEL PENTITO SULL’EVASIONE DI TOTO’ RIINA
Era il luglio 1993 quando, sostiene il pentito, si svolse una riunione in un albergo del Principato. A quell’incontro “c’era un agente libico e c’era Broccoletti, uomo dei servizi deviati”. Nucera non fa il nome di battesimo ma il riferimento è a Maurizio Broccoletti, l’ex direttore amministrativo del Sisde, allontanato nel 1991 dagli apparati di sicurezza e coinvolto nello scandalo dei fondi neri. L’agente libico, invece, per il pentito Nucera è un personaggio che: “Fino a 4 o 5 anni fa lavorava con il petrolio. La benzina di contrabbando che veniva venduta a parecchi distributori gestiti dalla ’ndrangheta e da Cosa Nostra”.
MERCENARI E UN PILOTA DI ELICOTTERO PER FAR EVADERE IL CAPO DEI CAPI
“Ho accompagnato Vittorio Canale a quell’incontro in cui Broccoletti e l’agente libico lo avevano incaricato di organizzare l’evasione di Salvatore Riina dal carcere. – dichiara il collaboratore di giustizia – Gli avevano dato una prima rata di acconto di 100mila dollari. Forse di più. Soldi che dovevano servire ad assoldare un gruppo di 20 mercenari e un pilota di elicottero”.
Questo compito sarebbe toccato proprio a Pasquale Nucera perché era in contatto con i mercenari che nel 1991 avevano combattuto la guerra del Golfo. In Iraq, infatti, c’era pure il pentito: “Sono stato lì 22 giorni. È per questo che – aggiunge – a me diedero l’incarico di gestire i rapporti con i mercenari che servivano per l’evasione di Riina”. Inoltre il collaboratore di giustizia fornisce i loro nomi: “Sono andato a Belgrado. Dovevano essere serbi. Gli dovevo presentare alcuni mercenari di Milosevic come Vinco, Machilla, Luis e Alain”.