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martedì, Aprile 23, 2024
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Traffico di droga Marano-Marocco-Benevento: condanne e assoluzioni nel processo col rito Abbreviato

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Traffico di droga tra Marocco, Spagna e Italia: è arrivata stamattina la sentenza nel processo a carico degli imputati che hanno scelto il rito Abbreviato nell’inchiesta ‘deflagrata’ nello scorso maggio, quando erano state eseguite ventuno misure cautelari.

Il Gip Battinieri ha condannato Antonio Minauro a 18 anni (difeso dall’avvocato Sappelli); Diego Uccellini a 7 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Jappelli); Mesaud Aesin Luafi a 11 anni (difeso dall’avvocato Diego Abbate); Letizia Uccellini a 7 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Jappelli); Gianfranco di Donato a 3 anni (difeso dall’avvocato Maria Carmela Fucci); Giovanni Colombo 15 anni e 8 mesi (difeso dall’avvocato Fucci); Pasquale Colombo a 8 anni e 8 mesi (difeso dall’avvocato Fucci); Paolo Taverna a 6 anni e 10 mesi (difeso dall’avvocato Fucci); Michele De Lucia assolto (difeso dall’avvocato Fucci); Carmelo Colombo assolto (difeso dall’avvocato Fucci); Rosa Perone a 6 anni (difeso dall’avvocato Dario Vannetiello); Pietro Luciano a 4 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Pierluigi Pugliese); Michele Moio a 11 anni di Marano (difeso dagli avvocati Onofrio Fioretto e  Luca Gili); Maria Agnese Zedda di Marano assolta (difeso dagli avvocati Giovanni Abbate); Giacomo Visconti di Marano. assolto (difeso dall’avvocato Giovanni Nappa e Davino). Tutti gli altri hanno scelto il rito ordinario.

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La rotta della droga: Marocco- Spagna-Italia

Nell’ordinanza cautelare furono state evidenziate dal GIP le risultanze della complessa attività investigativa, particolarmente di natura tecnica, iniziata nell’autunno del 2012. Un’attività costellata di intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’indagine ha dunque rivelato un commercio di sostanze stupefacente, hashish, che avveniva sulla rotta Marocco – Spagna – Italia, gestita da esponenti di criminalità organizzata operanti nei vari paesi.

La ragione del coinvolgimento di diverse persone dipendeva dal fatto che per organizzare, acquistare, trasportare e distribuire ingenti quantità di sostanze stupefacenti era indispensabile apprestare una pianificazione di uomini e mezzi, cioè disporre di una “infrastruttura completa”.
Secondo gli inquirenti, gli esponenti dei gruppi di criminalità organizzata operanti in Marocco, Spagna ed Italia avevano realizzato una vera e propria rete internazionale per il traffico organizzato di droga. Infatti, dalla presente indagine è emerso che gli esponenti italiani dell’organizzazione avevano i contatti con quelli spagnoli che, a loro volta, avevano i contatti con quelli marocchini.

La droga arrivava in Italia nascosta nei camion di carne

La droga arrivava dal Marocco in Spagna, attraverso l’enclave di Ceuta, piccola cittadina spagnola in territorio marocchino, con cittadini prettamente marocchini naturalizzati spagnoli e dalla Spagna in Italia. Dalle prime intercettazioni registrate era però emerso che uno degli indagati, Giovanni Colombo, era tornato dalla Spagna ed insieme ad altri complici, poi via via identificati, aveva organizzato una “holding” al fine di far giungere in Italia ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Droga che riusciva a coprire circa l’80% del fabbisogno richiesto dalle piazze di spaccio dell’area Caudina e Telesina.

 

 

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