Dietro la guerra si combatte a Miano ci sta, forse, molto anche dei Licciardi. Ne sono convinti gli investigatori chiamati a ricostruire la dinamica dietro il duplice omicidio di due sere fa, quello di Biagio Palumbo e Antonio Mele. Una regia occulta, quella dei Licciardi, che sa di vendetta come riportato anche dal Roma. Questo perchè i Lo Russo hanno finanziato la rivolta dei Sacco-Bocchetti e così, per tutta risposta, quelli della Masseria Cardone, hanno aiutato i Mallo. C’è un solo clan secondo gli inquirenti che poteva beneficiare della crisi dei Lo Russo, indeboliti dal pentimento di Mario e l’arresto del fratello Carlo, e dei Mallo, il cui giovane capo è finito in manette. Ed è il clan Licciardi.«A quelli della Masseria non dispiace ciò che sta avvenendo e non posso escludere che in qualche modo abbiano fornito qualche forma di appoggio», sussurra un investigatore.
Co-sì è accaduto e ora gli uomini della Masseria Cardone appaiono ancora più forti e pericolosi agli occhi di inquirenti e investigatori. Con i mianesi negli ultimi tempi i Licciardi avevano stretto un patto di non belligeranza, dimostrato anche dalle in-tercettazioni ambientali a casa di Carlo Lo Russo.Quando il reggente del gruppo con base a via Janfolla diceva «mo’ mi vendo il don Guanella ai Licciardi» intendeva certamente la piazza di spaccio. È contemporaneamente confermava i rapporti buoni, o quantomeno non cattivi, in quanto è difficile pensare a un affare da chiudere mentre si è in guerra. Sono in corso indagini serrate. Il clan Licciardi poi schiaccia la zona che sarebbe controllata da quel che resta del vecchio clan Lo Russo. Un avamposto dietro al rione don Guanella e che arriva, per l’appunto dritto a via Janfolla dove Mele e Palumbo hanno trovato la morte.