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giovedì, Aprile 18, 2024
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Aggredito ad Arzano, il titolare della palestra: “Ossuane è un nostro fratello, gli siamo vicini”

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“Ossuane è un nostro fratello, ci dispiace tanto quello che è accaduto, siamo al suo fianco”. A parlare è Luigi, titolare della Imperial, palestra dove il 28enne della Costa D’Avorio, aggredito da 4 balordi, lavora da tempo. “Ossuane è scosso per l’accaduto ma tutti noi gli siamo vicini. Da noi si occupa della pulizia e manutenzione, si è sempre comportato in modo esemplare – continua Luigi – gli saremo di supporto sperando che non accadano più episodi simili. Violenti e razzisti non li voglio nella mia palestra”. 

 

Aggrediscono in quattro un immigrato: prima lo investono, poi lo colpiscono a calci, pugni e con un cric. E’ accaduto ad Arzano, dove i carabinieri hanno bloccato e denunciato quattro giovani pregiudicati per lesioni aggravate. L’ivoriano, 28 anni, regolarmente in Italia e residente ad Arzano dove lavora, è stato ricoverato in ospedale: i medici gli hanno diagnosticato contusioni multiple e la frattura di un’ulna.
L’aggressione è avvenuta ieri, intorno alle 4 del mattino. I quattro giovani, a bordo di una Smart, stavano percorrendo via Napoli quando hanno investito il ragazzo per poi circondarlo e picchiarlo mentre lo minacciavano di morte e lo insultavano.
L’ivoriano è fuggito e si è nascosto nel cortile di una vicina scuola, dove ha chiamato la tenenza dei carabinieri di Arzano chiedendo aiuto. I carabinieri hanno bloccato gli aggressori: perquisendo l’auto hanno inoltre rinvenuto e sequestrato il crick utilizzato per l’aggressione.

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L’uomo di 28 anni, Ossuane Gnene è della Costa d’Avorio e da 10 anni è in Italia e lavora nella palestra Imperial di Arzano, che ha voluto stringersi al suo dipendente e mostrare tutta la sua solidarietà. Non a casa, dopo lo spiacevole episodio, un cartellone è stato attaccato all’ingresso della struttura: «Vietato l’ingresso ai razzisti». Resta da ammirare il comportamento della palestra che, in un momento difficile, non ha lasciato solo Ossuale. Quest’ultimo, con un post su Facebook, ha raccontato la dinamica dell’aggressione.

Il post di Ossuele Gnegne, aggredito ad Arzano

«Mi chiamo Ossuele Gnegne, ho 28 anni e sono originario della Costa d’Avorio. 
Sono in Italia da 10 anni e come tutte le mattine, ieri notte, mi recavo in bici, alla palestra dove lavoro regolarmente, dove sono un dipendente come tutti.
All’improvviso un’auto mi viene incontro e mi investe… la macchina si ferma e realizzo che non è stato un incidente, quell’auto, quegli “uomini” nell’auto volevano proprio me.

Quattro uomini scendono dalla vettura, inizio a tremare, gli domando “Cosa ho fatto?” e loro armati di bastoni, spranghe, sassi, armati di odio negli occhi mi rispondono “Vogliamo ucciderti”.

Mentre mi colpiscono penso a mia moglie, a mia moglie che non avrebbe mai accettato che degli uomini avessero potuto ucciderle il marito per un colore di pelle diverso dal loro.

Lei mi ha dato la forza di scappare, non è stato facile mantenere la calma, sono riuscito a nascondermi sotto una macchina, pioveva, tremavo ma nn era per il freddo, era per l’incubo che stavo vivendo. Ho preso il cellulare dalla tasca, ho chiamato i carabinieri, che fortunatamente pattugliavano nella zona e sono intervenuti immediatamente e hanno fermato e identificato quei carnefici.

Non pensavo di poter incontrare ancora persone così, a lavoro, nel mio quartiere svolgo una vita “normale” e tutti mi rispettano e mi vogliono bene.

Sono stato fortunato; ho lividi, contusioni, un braccio spezzato, ma tutto questo passerà.
Ciò che non passerà è il colore della mia pelle, che in questo mondo crea problemi».

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