Sono state ufficialmente concluse le indagini per l’ex boss Augusto La Torre, il casertano al quale sono attribuiti più di cinquanta omicidi. L’uomo era indagato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, indagine che portò all’arresto del figlio Tiberio e del fratello Antonio.
BOSS, SCRITTORE E LAUREATO
I due sono accusati di aver cercato di riorganizzare il clan in attesa della scarcerazione del La Torre. Perchè, nonostante 50 vittime sulle spalle, l’ex boss non ha mai avuto l’ergastolo, preferendo collaborare con la giustizia. La sua collaborazione, seppur definita riduttiva dai giudici, aveva infatti fatto sperare a La Torre di poter ottenere i domiciliari. L’uomo si è anche laureato in psicologia in carcere, nel 2011. I domiciliari però sono svaniti quando, nel corso di ulteriori indagini della DDA, sono emerse le minacce dell’ex boss al pm Alessadro D’alessio. “D’Alessio deve sapere che se anche se sto al 41bis comando lo stesso e posso sempre far fare una brutta fine alle persone”.
Il legale di La Torre, Filippo Barbagiovanni, ha fatto sapere che l’uomo sarà interrogato per chiarire le circostanze. Per gli inquirenti, il boss avrebbe anche inviato una lettera di minacce all’amministratore di un condominio di Mondragone, per far assumere il figlio Tiberio. Nello stesso periodo, sarebbero state inviate altre lettere al proprietario di diverse abitazioni del condominio, chiedendo 25.000 euro. In tutto questo, oltre ad essere psicologo, La Torre è diventato anche scrittore. Per fine giugno è prevista l’uscita della sua autobiografia, ‘Il Camorrista’.
