Con la condanna definitiva e il conseguente arresto di Ciro Mariano si chiudono le indagini sui i killer e ai mandanti della strage del Venerdì Santo, episodio che costò a la vita a tre innocenti nell’agguato a Sant’Anna di Palazzo marzo 1991.
Il ras dei Quartieri Spagnoli, capoclan dei “picuozzi”, come anticipato da Il Roma, è stato arrestato giorni fa in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Procura generale. Dunque la giustizia ha infatti stabilito in via definitiva che Mariano è stato il mandante della strage e, sebbene le condanna risalga a qualche tempo fa, adesso è diventata esecutiva. Quind il 71enne dovrà scontare la pena dell’ergastolo.
LA STORIA DEL VENERDI’ SANTO
Secondo la ricostruzione dei magistrati, tutto inizia il 24 marzo del 1991, domenica delle palme: in un agguato operato da Paolo Russo e da suo cugino Paolo Pesce, entrambi affiliati agli scissionisti Cardillo-Ranieri di vico storto Sant’Anna a Palazzo, nel tentativo di uccidere Vincenzo Romano (il colonnello più fedele di Ciro Mariano), riuscirono a colpire a morte solo il suo autista, Ciro Napoletano. Fu quello l’inizio della fine. L’episodio scatenò la vendetta dei Mariano nei giorni immediatamente successivi.
Il 29 marzo, i killer agli ordini dei Picuozzi entrarono in azione con l’obiettivo di eliminare Beckenbauer e Polifemo. I sicari tesero un agguato nella roccaforte dei ribelli ma invece degli scissionisti i killer dei Mariano spararono e uccisero tre persone che con la malavita organizzata e con la guerra allora in atto ai Quartieri non avevano nulla a che fare. Sotto i colpi delle mitragliette Uzi furono assassinati Umberto Esposito, 30 anni, Carmine Pipolo, 34enne e Luigi Terracciano di 37anni, tre che stavano andando a giocare a calcetto.