Le ultime ordinanza di custodia cautelare e la raffica di pentimenti che ha interessato i gruppi criminali di Miano forniscono un quadro più nitido dello scacchiere criminale del quartiere all’indomani dell’indebolimento dei Lo Russo e della formazione di tanti sottogruppi che, in diverse fasi, hanno tentato la scalata al potere nel quartiere. Con la disarticolazione del gruppo di ‘Abbasc Miano’ adesso i ‘vincitori’ sembrano essere quelle famiglie che hanno la loro roccaforte tra via Janfolla e la II traversa e non è un caso se qualche giorno fa ci sono state parate armate quasi a voler ribadire il proprio potere. Un potere passato da tante fasi, da agguati, omicidi (l’ultimo quello di Stefano Bocchetti) e da tanti delitti irrisolti.
Tra i retroscena più significativi emerge la connessione tra due duplici omicidi: quello dei Nappello avvenuto in piazza Regina Elena a Miano nel luglio del 2017 e il duplice omicidio di Biagio Palumbo e Salvatore Mele nel febbraio del 2018. Una lunga scia di sangue che adesso, con la formalizzazione della divisione del rione in due fronti contrapposti (Miano di sopra e Miano di sotto) acquisisce maggiore chiarezza quanto a movente e contesto.
Secondo alcune informative e indiscrezioni raccolte i due Nappello (Carlo, zio e nipote) furono uccisi proprio da quelli di ‘Miano di sopra’ per il loro desiderio di autonomia e per il ruolo sempre maggiore rivestito dai giovani ras riuniti sotto la loro figura e in particolare a quella di Valerio Nappello, storico braccio destro di Antonio Lo Russo. Una scalata al potere la loro bloccata sul nascere dall’eccidio di luglio. Un gesto che sarebbe stato vendicato da ‘quelli di sotto’ con il clamoroso duplice omicidio avvenuto alla II traversa di via Janfolla. Ipotesi al momento che trovano però sostegno proprio dalla spaccatura registratasi dai due fronti opposti di un quartiere che non riesce a trovare pace.