Luisa De Stefano avrebbe avuto dei debiti di droga con il clan scissionista di Melito. Lo scorso novembre la lady camorra di Ponticelli ha riferito importanti dettagli alla pm Simona Rossi. In un verbale rilasciato alla Dda di Napoli, la pazzignana ha ammesso: “Quanto ai debiti contratti con gli Amato-Pagano, l’abbiamo risolta diversamente, restituendo ai predetti la droga acquistata dall’E., che era detenuta dalla sorella di E, A. e dal figlio E. S. Mancava qualcosa in realtà, ma gli Amato-Pagano hanno lasciato correre“.
Due pentiti in una famiglia, la storia di Tommaso Schisa e della mamma Luisa De Stefano
Due membri dello stesso nucleo familiare di camorra hanno deciso di collaborare con la giustizia. L’ultima in ordine di tempo è stata Luisa De Stefano che ha formalizzato la sua collaborazione nell’ottobre del 2024, ma è stata preceduta dal figlio Tommaso Schisa.
“Ho fatto parte, con ruolo decisionale di capo, del cartello camorristico DE LUCA BOSSA-
MINICHINI- CASELLA – APREA, cartello alleato ai clan RINALDI e SIBILLO, nonché al clan di Marigliano facente capo al mio consuocero L. E.; si tratta di un cartello che riunisce più gruppi criminali, tra cui la famiglia Schisa a cui appartengo. Il cartello è nato anni fa, almeno tre anni prima del mio arresto, che è avvenuto nel 2018 per il duplice omicidio Cepparulo-Colonna, forse anche prima, nel 2014″, ha dichiarato De Stefano.
Il figlio-pentito, Tommaso Schisa
Tutto iniziò nel 2019 quando Tommaso Schisa iniziò a raccontare i segreti della camorra di Napoli Est, nonostante, provenisse da una famiglia di notevole spessore criminale. Figlio della pazzignana e di Roberto, ucciso in un agguato di camorra nel 2002. Schisa è stato molto vicino al ras Michele Minichini ‘a tigre, boss arrestato e ritenuto di essere a capo del braccio militare dei Rinaldi.
