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giovedì, Aprile 25, 2024
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Comando Municipale di Melito, l’ex Comandante Marrone e l’agente Boggia in carcere: “Estorsioni a nome del clan”

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Ci sono anche due agenti della polizia municipale di Melito (uno in pensione) nella retata anticamorra eseguita stamattina all’alba.

In carcere sono finti infatti Giovanni Marrone, ex comandante della polizia municipale di Melito, e l’agente Giovanni Boggia. Secondo i magistrati i due appartenenti alla Polizia Municipale di Melito di Napoli “avrebbero contribuito ad ampliare il controllo economico del territorio da parte del sodalizio criminale”.

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Accuse pesantissime a carico dei due agenti, che naturalmente dovranno passare al vaglio dei vari gradi di giudizio. Nello specifico, come riportato nell’ordinanza, “i due agenti erano operativi nel settore delle estorsioni con il compito di sottoporre ad inutili, infondati e «ripetuti controlli amministrativi gli operatori commerciali e le imprese di nuova apertura ed in attività, sul territorio di Mento, individuate o in ragione del loro ufficio o indicate dal clan, inducendo le vittime a prendere contatti con esponenti del clan, ed assoggettarsi al pagamento della tangente, ottenendo una percentuale sulle somme pagate”. 

L’estorsione al cantiere edile in via Colonne

Uno degli episodi riportati in cui sarebbero coinvolti Boggia e Marrone riguarda un’estorsione effettuata nel 2019 ai danni di un imprenditore edile a Melito. Boggia, in accordo con Marrone, “dietro il pagamento in denaro quale percentuale sulla tangente imposta, si sarebbe recato presso un cantiere edile per una verifica delle attività in corso ed invitava l’imprenditore, tramite un suo operaio a recarsi presso gli uffici del comando per verificare la documentazione”, c’è scritto nell’ordinanza.

Il controllo effettuato da Boggia, però non risultava né formalizzato né relazionato tanto che nel riferire a Marrone dell’attività svolta, non era certo del nome dell’imprenditore, che, invece, andava indicato al referenti del clan. Nel corso del controllo uno degli operai chiariva che era tutto regolare, “perché era venuto già uno che comandava”. Boggia Giovanni fissava un incontro nei pressi del Comune, “per prendere un caffè’‘, che l’imprenditore chiedeva di posticipare di una settimana; all’esito dell’incontro Boggia si sarebbe recato di nuovo presso il cantiere per ritirare una “cosa, in realtà era una somma di danaro”. 

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