È stato arrestato uno dei ladri protagonisti della rapina a Centola. Il ragazzo in questione è il 22enne ricoverato al Cardarelli di Napoli: era latitante e ricercato in Toscana.
Gli aggiornamenti e l’autopsia
Le indagini della Procura di Vallo della Lucania sul tentato furto, la successiva sparatoria, l’omocidio e l’occultamento del cavadere avvenuto a Centola, puntano a chiarire due aspetti della vicenda: la dinamica dei fatti di sangue e l’occultamento del cadavere. Le indagini dovranno stabilire se i ladri siano stati colpiti frontalmente, durante una colluttazione con il proprietario di casa, o alle spalle mentre tentavano la fuga. L’autopsia, che sarà eseguita dal medico legale Francesco Lombardo, dovrà fornire risposte tecniche sui colpi esplosi. Bisognerà accertare con esattezza l’orario del decesso e la traiettoria dei colpi.
Le accuse mosse all’imprenditore
Secondo la ricostruzione delle indagini, Aurelio Valiante ha sparato al ladro, successivamente avrebbe trascinato il corpo lontano dalla sua abitazione e avrebbe tentato di occultare il cadavere. Al momento, se dovesse essere confermata questa ricostruzione, l’imprenditore cilentano potrebbe essere indagato per lesioni gravissime, omicidio volontario e occultamento di cadavere. Inoltre, sarebbe stato lo stesso imprenditore, Aurelio Valiante, 60 anni, apparso provato e scosso, a recarsi spontaneamente in Procura insieme al suo avvocato, Antonello Natale. Durante un lungo interrogatorio ha ammesso di aver colpito il 26enne con un’arma da fuoco e di averne poi nascosto il corpo.
L’interrogatorio di Valiante
Al momento non sono state disposte misure cautelari nei confronti di Valiante. L’imprenditore ha deciso di collaborare con la magistratura, fornendo un resoconto dettagliato dei fatti accaduti. L’interrogatorio, durato oltre undici ore, si è svolto alla presenza del procuratore capo di Vallo della Lucania, Francesco Rotondo. Secondo la sua versione, Valiante avrebbe esploso i colpi d’arma da fuoco all’interno della sua proprietà. Il corpo di Rusi è stato ritrovato successivamente in un terreno agricolo in località San Severino di Centola, occultato all’interno di una tinozza per il vino e coperto dalla vegetazione.