Lo sapeva anche Luciano Spalletti che era difficile ripetere la fantastica annata dell’anno scorso. Forse anche per questo l’attuale ‘cittadino onorario’ di Napoli ha deciso di andare via, seguito poi da Giuntoli. Ma arrivare a dicembre con la squadra già fuori dalla lotta scudetto ed eliminato dalla Coppa Italia era impensabile. A salvare la stagione per ora c’è il passaggio agli ottavi di finale di Champions League, che vedrà gli azzurri affrontare il Barcellona. Il Presidente Aurelio de Laurentiis sapeva da tempo che il Ds voleva andare via un anno prima della scadenza del contratto. L’interesse della Juve era noto da tempo eppure non si è premunito di scegliere in tempo un Ds competente con cui costruire la squadra del futuro.
Ha deciso di fare tutto da solo, per dimostrare che lo scudetto era soprattutto merito suo. Ha condotto lui la campagna acquisti, ha scelto lui Garcia dopo un finto casting, ha scelto lui il Ds Meluso solo dopo la scelta dell’allenatore. La campagna acquisti si è rivelata fallimentare: Natan non è minimamente all’altezza di Kim, miglior difensore dell’anno scorso; Lindstrom è ancora un oggetto misterioso nonostante l’ingente investimento effettuato; Cajuste va a corrente alternata. Ci sono poi i casi irrisolti dei rinnovi: Kvara, Osimhen, Elmas, Zielinski, Meret.
Al netto delle scelte errate di Garcia (ieri) e Mazzarri (oggi), la società dovrebbe fare mea culpa sul suo operato. Ma non solo. E’ arrivata ora che anche i calciatori facessero un bagno di umiltà. Ad appena un terzo della stagione iniziano ad essere già troppi gli errori dei giocatori. A turno i vari Meret, Rrhamani, Di Lorenzo, Anguissa, Kvara e Osimhen sono passati da artefici del sogno Scudetto ad autori di prestazioni opache ed errori grossolani. Anche i calciatori devono prendersi le proprie responsabilità, scendano in campo più concentrati e cattivi, sudino la maglia col tricolore stampato in petto.