Una giravolta destinata a stravolgere gli equilibri della mala di Caivano. Il 39enne Giovanni Barra ha iniziato a collaborare con la giustizia in seguito all’arresto del 2 luglio. Lui è accusato dalla DDA di Napoli, insieme a Roberto Alfio Maugeri, di aver preso le redini del clan di Caivano dopo l’inizio della latitanza del boss Antonio Angelino.
Conosciuto nell’ambiente criminale con il soprannome ‘o scucciato, Barra ha iniziato a parlare con i magistrati della Procura di Napoli pochi giorni dopo il suo arresto. In particolare il 39enne ha rivelato un episodio sul capoclan caivanese Tibiuccio: «Nell’incontro del 6 luglio 2023 come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, io mi recai insieme a Roberto Maugeri, presso il luogo dove dovevo incontrare Angelino che era furioso e avrebbe potuto ucciderci dato che era armato di kalashnikov e pistola 9×21. Angelino era furioso perché non aveva ricevuto la solita somma di 20mila euro che da sempre riceveva».
Cosa ci devo fare con questi soldi?”, la rabbia del boss Angelino contro i suoi fedelissimi Barra e Maugeri
L’affitto dell’alloggio segreto, il pagamento dei fiancheggiatori e dei vivandieri. Queste sono alcune delle spese che un boss deve fronteggiare nel corso della latitanza. Infatti Angelino avrebbe avuto bisogno di almeno 20mila euro al mese e non tollerava sgarri da parte dei suoi affiliati. Nell’aprile del 2024, il retroscena è stato raccontato da Raffaele Bervicato ai magistrati della Procura partenopea. Anche questo episodio ha portato all’arresto dei nuovi ras Barra e Roberto Maugeri
I due avrebbero rifornito le piazze di spaccio di Caivano pagando la tangente ad Angelino. Proprio il collaboratore di giustizia ha ricostruito un momento di tensione vissuto all’interno del Sistema: «Ogni primo del mese Roberto, questo Giovanni… mandavano a Angelino 20mila euro al mese. Quando poi Angelino è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, a giugno 2023, durante la sua latitanza, Roberto e Giovanni mi diedero 10mila euro da portare ad Angelino. Io, insieme ad A.G., li portai a Angelino, a Castel Volturno, in un luogo che saprei riconoscere ma lui mi disse “Cosa ci devo fare con questi soldi?” perché per lui erano troppo pochi e mi disse di convocare una riunione con Giovanni, Roberto..».
Trema la camorra a nord di Napoli, si pente Giovanni Barra ‘o scucciato