L’ESPERTO. «All’origine del fenomeno», spiega il dirigente Arpac responsabile della Unità Operativa Mare, Lucio De Maio, «c’è probabilmente una concomitanza di fattori. Come è noto, maggio è stato particolarmente piovoso e caratterizzato in prevalenza da cielo coperto. Questo, da un lato, diminuendo il normale irraggiamento solare, ha inibito i processi di sviluppo del fitoplancton. Allo stesso tempo, però, le piogge hanno reso disponibili molti nutrienti nelle acque costiere, in seguito al notevole apporto di acque dolci dalla terraferma». «Quando, improvvisamente, circa dieci giorni fa la temperatura si è alzata con pieno irraggiamento solare», aggiunge De Maio, «lo sviluppo del fitoplancton si è accelerato rapidamente, potendo contare su un’abbondanza di nutrienti determinata dalle precedenti piogge. Allo stesso tempo, i venti deboli hanno favorito il ristagno delle acque, promuovendo ulteriormente l’aggregazione di fitoplancton, talvolta misto purtroppo anche a rifiuti galleggianti. La settimana prossima ripeteremo questi controlli extra, per cercare conferma a questa ipotesi».

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