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sabato, Aprile 27, 2024
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Matteo Messina Denaro, la prima foto della cattura: non ha opposto resistenza ai carabinieri

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Cappello di lana in testa, giubbino di pelle marrone imbottito, volto magro. Questa la prima foto di Matteo Messina Denaro. Il super boss non ha opposto resistenza all’arresto.

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.

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Secondo quanto si apprende, Matteo Messina Denaro, boss latitante da 30 anni, sarebbe stato arrestato all’interno di una clinica privata di Palermo. Il blitz è stato coordinato dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Messina Denaro era l’ultimo boss mafioso di “prima grandezza” ancora ricercato.  Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Oggi la cattura, che ha messo fine alla sua fuga decennale. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 38 anni.

Arrestato 30 anni esatti dopo la cattura di Riina

L’arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto a 30 anni esatti da quello di Totò Riina. Questo fu catturato il 15 gennaio del 1993, sempre a Palermo. Quel giorno si era appena insediato a capo della Procura di Palermo Giancarlo Caselli. La notizia arrivò proprio mentre il magistrato stava incontrando i giornalisti a Palazzo di giustizia per un saluto.

Matteo Messina Denaro era latitante da 30 anni e Matteo Piantedosi non l’aveva dimenticato: «Da ministro dell’Interno auspico, per giustizia nei confronti delle vittime, che venga preso. Confido nelle forze di polizia e magistratura». L’aveva detto il Ministro in merito alla ricerca del super latitante siciliano. «L’impegno da parte di tutte le forze di polizia è nella lotta alla criminalità organizzata che è una priorità dello Stato. Confidiamo di dare questa soddisfazione non solo al ministro, ma a tutta la comunità», ha aggiunto il capo della polizia Lamberto Giannini. Ed in effetti è stato arrestato.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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