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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidi della prima faida, condanne e sconti di pena peri i vertici degli Scissionisti

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Omicidi pre-prima faida, stangate, assoluzioni e sconti di pena per i componenti dell’ex cupola degli Scissionisti. Il riferimento è a quattro omicidi avvenuti poco prima lo scoppio della prima faida. Tra questi la morte di Salvatore Panico ‘o po’ e Raffaele Duro ‘o spirit. Erano in una Smart a Mugnano all’incrocio tra via Quattro Martiri e via De Nicola il 22 gennaio del 2004, quando i killer affiancarono la vettura e spararono a ripetizione: entrambi raggiunti da una raffica di colpi esplosi con due pistole. Per quel duplice omicidio sono arrivate poco fa le condanne. Assolti Gennaro Marino (difeso da Luigi Senese e Saverio Senese) e Antonello Montanino, ergastolo invece per Arcangelo Abete e Vincenzo Notturno mentre la posizione di Ciro Mauriello è stata stralciata. Vent’anni invece per il collaboratore di giustizia Gennaro Notturno ‘sarracino’. Lo stesso Abete è stato condannato al massimo della pena per l’omicidio di Federico Bizzarro. I vertici della scissione sono finiti in manette grazie ad una maxi ordinanza eseguita l’anno scorso dagli uomini della squadra mobile in relazione oltre che al delitto dei due ras di Mugnano, all’omicidio dello stesso Bizzarro e quello di Gaetano De Pasquale detto ‘Spasiello’, cugino del boss Paolo Di Lauro. Proprio in relazione a quest’ultimo delitto ci sono state importanti novità. Stralciata la posizione di Rito Calzone mentre i due capi degli scissionisti, Cesare Pagano e Raffaele Amato hanno rimediato 18 anni e 8 mesi a fronte di una richiesta di 20 anni. Sono entrambi difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono. Lucio Carriola ha rimediato vent’anni mentre è andata decisamente meglio a Carmine Pagano ‘Angioletto’: per lui la richiesta era stata di vent’anni, ha invece rimediato tre anni e quattro mesi solo per occultamento di cadavere venendo assolto per l’omicidio di ‘Spasiello’ (difeso da Luigi Senese). Vent’anni per Gennaro Marino mentre l’ergastolo è scattato per Arcangelo Abete anche in relazione a questo delitto. Carmine Amato (difeso da Luigi Senese) ha invece rimediato quattro anni di reclusione solo per sequestro mentre è stato assolto in relazione all’omicidio Spasiello e all’occultamento di cadavere. Tutti gli imputati, a esclusione di Carriola, nei mesi scorsi hanno deciso di ammettere gli addebiti, una mossa attraverso cui gli imputati sperano di riuscire a ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche evitando così la pena dell’ergastolo.

Il duplice omicidio di Mugnano

Quel duplice omicidio rappresentò uno dei segnali più evidenti della ribellione in atto tra le fila degli scissionisti contro il clan Di Lauro. Fondamentali per ricostruire quel duplice delitto  le dichiarazioni di alcuni collaboratore di giustizia come Gennaro Notturno, ex ‘colonnello’ prima della cosca di via Cupa dell’Arco e poi della galassia scissionista. Era il periodo in cui Cesare Pagano e Raffaele Amato era scappati in Spagna e i Di Lauro sospettavano che fossero proprio Duro e Panico a favorire quella latitanza vista la loro vicinanza agli Amato. Secondo Notturno alla ‘spedizione di morte’ parteciparono Arcangelo Abete, Enzo Notturno e i fratelli Fulvio (poi ucciso dagli Scissionisti) ed Antonio Montanino. Cosimo Di Lauro sospettava dunque che i due stessero facendo il ‘doppio gioco’.

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Le dichiarazioni del pentito Cerrato

Lo stesso collaboratore di giustizia Carmine Cerrato proprio in riferimento a quel duplice delitto ha parlato di un summit. Un incontro segreto tra Cosimo Di Lauro e Raffaele Amato per superare i dissidi interni. A Casavatore, durante quell’incontro, Amato comunicava a Cosimo Di Lauro l’elenco degli affiliati passati dalla sua parte. Secondo Cerrato Amato, in quella circostanza, non citava i colonnelli di Mugnano che, dunque, erano formalmente ancora ‘fedeli’ alla vecchia guardia. Cosimo ben presto avrebbe iniziato a maturare sospetti nei confronti dei due, da lì, secondo Cerrato, la decisione di punire i due.

L’omicidio di ‘Spasiello’

Gaetano De Pasquale ‘Spasiello’, cugino di Paolo Di Lauro, fu tra le vittime eccellenti della prima faida di Scampia. L’uomo, che nel clan aveva comunque ruoli di secondo piano, fu rapito, torturato e ucciso dagli Scissionisti che volevano carpire informazioni sui loro rivali. Le modalità del suo rapimento sono simili ad una famosa scena della fiction Gomorra: è la sequenza del rapimento di Lello Magliocca ad opera dei ragazzi del vico. L’uomo viene infatti prima tamponato poi preso a pugni e caricato a forza nell’auto. Solo il tempestivo intervento dei poliziotti lo salverà da morte certa. Non ebbe la stessa fortuna ‘Spasiello’, rapito da un commando scissionista alla rotonda di Casavatore come raccontato dal collaboratore di giustizia Rosario Guarino:«Abete mi ha confidato che lui sequestrò Gaetano Spasiello alla rotonda di Casavatore. Abete stava infatti con Calzone Rito ed altri su un’autovettura ed investirono Spasiello che stava su uno scooter. Catturatolo, lo misero in una macchina e lo portarono in un capannone che non so dove si trovi e lo consegnarono ad Amato Raffaele che lo voleva perchè, prima della faida nel corso di una festa dei Di Lauro, Spasiello si era lasciato andare ad ingiurie contro Raffaele Amato e Cesare Pagano che se ne erano andati in Spagna. Abete mi disse che Spasiello fu torturato prima di essere ucciso».

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