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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidio del ras Angellotti, la pista che porta ad un ras di Abbasc Miano

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Ci sarebbe una strada precisa da percorrere per dare un nome e un cognome ai killer di Pasquale Angellotti, il ras un tempo killer dei Lo Russo (Angellotti è anche cognato dell’ex boss poi pentitosi Carlo Lo Russo) ucciso ieri in via della Liguria nella parte vecchia di Miano. Un delitto che, secondo le prime indiscrezioni filtrate in ambienti investigativi, porterebbe dritto ai reduci del gruppo di ‘Abbasc Miano’. Lo spiegherebbe il luogo in cui è maturato il delitto nel ‘cuore’ della zona di competenza del gruppo guidato dal triumvirato Balzano-Scarpellini-D’Errico. Lo spiegherebbe il fatto che Angellotti, secondo diverse informative, stava cercando di riorganizzare il suo ex gruppo entrando in contrasto con alcuni personaggi del fronte opposto e in particolare con un ras già arrestato qualche tempo fa per armi e da poco scarcerato. Ras che sarebbe imparentato con uno dei vertici del gruppo di Miano bassa. Gli uomini della squadra mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini) sperano di ricavare qualche elemento utile all’identificazione dei responsabili da eventuali tracce lasciate dai killer su un’auto trovata carbonizzata a pochi metri dal luogo dell’agguato, forse la stessa utilizzata dai sicari (come anticipato da Internapoli).

Il profilo di Pasquale Angellotti

Pasquale Angellotti detto linuccio ‘o cecato è uscito nel 2018. L’uomo dopo otto anni di carcere e un anno di arresti domiciliari scampò a ben due ergastoli e tornò in libertà. Angellotti era stato condannato al massimo della pena in quanto uno dei componenti del commando che nel giugno del 2004 aveva partecipato al clamoroso duplice omicidio dell’ambulanza con il boss Salvatore Manzo “scissionista” del clan dei capelloni  degli Stabile di Chiaiano e del suo guardaspalle Giuseppe D’Amico. Ebbene secondo il racconto di alcuni pentiti, poi smentiti in aula, Pasquale Angellotti era su una delle moto che avrebbe compiuto il massacro. Fu condannato prima all’ergastolo, poi a venti anni e quindi assolto dopo che la Cassazione aveva deciso la celebrazione di un nuovo processo di Appello. Un secondo ergastolo scampato è quello relativo all’omicidio di Raffaele Calcagno avvenuto in trasferta ad Ercolano per conto degli alleati Birra-Iacomino nell’ambito della faida con gli Ascione-Papale. Infine condannato in via definitiva a otto anni di carcere per traffico di droga per conto dei Lo Russo di Miano, dopo sei anni trascorsi in carcere era in libertà perché ha finito di scontare la sua pena.

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La ‘maledizione di Miano’

La chiamano ‘la maledizione di Miano’ per descrivere la situazione ovvero chi cerca di conquistare il quartiere prima o poi trova la morte. Prima dell’omicidio Angellotti il duplice clamoroso agguato del Parco dei Colombi al rione Don Guanella da sempre confine tra opposte consorterie criminali (leggi qui l’articolo). Gli omicidi di Giuseppe Di Napoli e Pasquale Torre strettamente legati agli ultimi delitti che hanno caratterizzato il quartiere e cioè quelli di Salvatore MilanoAntonio Avolio e Giuseppe Tipaldi. Esecuzioni mirate tese a sradicare sul nascere velleità di comando (come nel caso di Milano e Tipaldi) oppure a inviare un ‘messaggio di morte’ ai nemici (come nel caso di Avolio). Omicidi che riportano alla nuova formazione che negli ultimi tempi, come riportato dalle ultime informative delle forze dell’ordine, si starebbe accreditando come nuova forza egemone nel quartiere a scapito dei reduci di ‘Abbasc Miano’ e soprattutto dei Cifrone della parte alta di Miano: gruppo che si sarebbe arroccato attorno alle famiglie Angellotti e Pecorelli indicate come le uniche a poter contare su un manipolo di affiliati armati e decisi più che mai a regolare i conti con la vecchia guardia perchè scontenti dell’ultima stagione dei Lo Russo. Ieri il sangue ha però ripreso a scorrere per le strade di Miano.

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