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venerdì, Aprile 19, 2024
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Omicidio di Alessandro Napolitano, la pista che porta al gruppo di ‘Abbasc Miano’

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Gli investigatori sono sicuri: a breve potrebbe stringersi il cerchio attorno a mandanti e killer di Alessandro Napolitano, il ragazzo di 30 anni ucciso sotto l’abitazione della madre in via Cupa Capodichino lo scorso dicembre. L’indiscrezione, filtrata in ambienti investigativi, sarebbe avallata da numerosi riscontri alcuni dei quali raccolti all’indomani dell’omicidio del ragazzo e da una serie di intercettazioni incrociate. Stando a quest’ultime la verità su questo omicidio così eclatante sarebbe vicina a una soluzione, una verità che porterebbe dritto al gruppo di ‘Abbasc Miano’, quella sorta di cosca nella cosca che in questi ultimi due anni ha cercato di occupare quegli spazi criminali lasciati vuoti dai blitz e dai pentimenti che hanno disarticolato il clan Lo Russo. Con una precisazioni. Alessandro Napolitano non è stato ucciso per questioni di camorra ma per un’amicizia particolare, forse una frequentazione che a qualcuno non è andata giù. La decisione di fargliela pagare sarebbe comunque maturata in ambienti contigui alla criminalità organizzata, ambienti che porterebbero dritti al gruppo smantellato dieci giorni fa dai carabinieri (oltre 35 ordinanze di custodia cautelare eseguite).

Tutto sarebbe partito dal cellulare di Alessandro e da quei litigi avuti in strada con alcune persone ‘collaterali’ ad ambienti di mala, litigi avvenuti qualche giorno prima del delitto. E’ stato questo il punto imprescindibile da cui sono partiti gli investigatori per dare un volto e dei nomi ai killer del barista 30enne. Una doppia lite avvenuta prima  dell’agguato costato la vita al giovane, trovato senza vita in via Cupa Capodichino nella sua auto dopo aver abbassato la saracinesca del bar di sua proprietà, il bar Azzurro. Le primissime informazioni raccolte dalla polizia hanno permesso di capire cosa è accaduto negli ultimi giorni. Discussioni per motivi non legati alla criminalità organizzata. Forse una frequentazione, un’amicizia particolare che a qualcuno non è andata giù. A dare credito a questa pista anche il fatto che il giovane da qualche mese aveva lasciato la madre dei suoi figli ed era tornato ad abitare dalla madre. Un omicidio il suo che sarebbe dunque stato pianificato e che sarebbe maturato in ambienti sì di malavita ma che con la criminalità organizzata ha poco a che fare.

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