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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Rapina in gioielleria a Giugliano, assolto uno della banda

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Assolto per non aver commesso il fatto. Questa la sentenza emessa dal tribunale di Napoli Nord, giudice Giuseppe Cioffi, nei confronti di Poziello Vincenzo Fabio. Il giovane (difeso dall’avvocato Nello Palumbo) era finito sotto processo con l’accusa di aver partecipato alla rapina commessa nel marzo 2014 nella gioielleria Platinum a Giugliano. In quell’occasione fu portato via un bottino pari a 250mila euro. A seguito delle indagini furono arrestati diversi soggetti, tra cui Poziello Vincenzo Fabio. Alcuni sono stati già condannati con la formula del rito abbreviato (Tommaso Frascogna a 6 anni di reclusione – Fabio Frascogna a 6 anni, Antonio Miraglia 4 anni e 6 mesi, Giuliano Tesone,  4 anni e 6 mesi; Tommaso Donnarumma 4 anni e 6 mesi; Angela Piscopo 4 anni e due mesi).

Nei confronti del Poziello, che invece ha scelto il rito ordinario, non sono emerse prove della sua partecipazione alla rapina. L’avv.Nello Palumbo ha dimostrato la assoluta irrilevanza delle intercettazioni telefoniche considerate nella ordinanza di custodia cautelare gravi indizi di colpevolezza del Poziello.

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L’attività dei carabinieri partirono proprio con la rapina del 29 marzo 2014 in cui “Bonnie e Clyde” furono immortalati dalla telecamere della videosorveglianza, lei acconciatura curatissima, shorts, calze nere velate e tacco 12 cm e lui ben vestito. Così si presentò la coppia che rapinò la gioielleria  Platinum in Corso campano a Giugliano. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica Napoli Nord permisero di far luce sull’organizzazione che mise in piedi il colpo nonchè individuare i ruoli di ricettatori, istigatori e coadiutori, facendo scattare le manette ai polsi nei confronti di 7 indagati (alcuni in carcere alcuni ai domiciliari).

Un’articolata e complessa attività investigativa, condotta anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, permise di raccogliere una grave quadro indiziario a carico degli indagati in ordine ai reati già indicati  e consentì di sottoporre già a fermo di indiziato di delitto uno degli esecutori materiali nonché di individuare nel gestore di una gioielleria di Pozzuoli  il ricettatore della merce asportata di valore pari a 250.000 euro. Inoltre, grazie all’attività tecnica, è stato possibile delineare anche i ruoli specifici – mandanti, istigatori e coadiutori – ricoperti da ciascuno degli indagati nonché localizzare in Giugliano in Campania la base operativa dell’organizzazione, che utilizzò come base logistica una casetta di legno, con annesso pollaio, all’interno di un appezzamento di terreno di proprietà di uno degli indagati.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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