La Dda di Napoli ha esguito in queste ore due misure cautelari a carico di Renato Franco e Giovanni Franco fortemente indiziate del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. I fatti risalgono allo scorso aprile quando a San Giorgio a Cremano fu rapito il 15enne Mattia Maddaluno al fine di ottenere un riscatto da un milione e mezzo di euro.
Le fasi del sequestro sono state ricostruite da Antonio Amaral Pacheco de Oliveira, tratto in arresto pochi giorni dopo il sequestro e che ha sin da subito mostrato l’intenzione di voler collaborare con la giustizia.
Pacheco ha spiegato come due giorni prima del rapimento, Renato Franco gli avesse ordinato un “servizio di osservazione” per controllare gli spostamenti di Mattia Maddaluno: “Due giorni prima, Renato Franco mi disse che il giorno successivo avrei dovuto effettuare un ‘servizio di osservazione’ presso l’autolavaggio di Maddaluno, per verificare a che ora usciva una minicar parcheggiata lì. Quando lui mi diceva di fare qualcosa, io la facevo”.
“La mattina successiva io mi recai all’appuntamento presso via cupa Rubinacci con la mia
Panda e dopo qualche minuto sopraggiunsero Renato e Giovanni Franco a bordo di una Jeep Renegade nera – ha riferito Pacheco al Pm – Presso il parcheggio di via Cupa Rubinacci era già parcheggiato un furgone Renault Kangoo grigio metallizzato. Io e Giovanni Franco salimmo sul menzionato furgone e Renato salì di nuovo a bordo della Jeep”.
Il sequestro si concretizzò il giorno seguente, quando, insieme a Giovanni Franco, Pacheco prelevò il giovane Maddaluno e lo portò nell’abitazione in via Santa Maria del Pozzo: “Nell’attimo in cui il ragazzino stava passando accanto alla porta posteriore delfurgone, scesi, e lo prelevai “di forza e di peso”, caricandolo sul sedile posteriore, con le gambe a terra e il corpo sul sedile, dopodiché gli ho legato le mani con dei laccetti, gli tappai la bocca con lo scotch e messo un sacco in testa per non fargli vedere dove lo portavamo. Sempre in quel frangente, ho anche realizzato che Giovanni Franco è uscito per un istante dal furgone, credo con la pistola in mano, e ha detto qualcosa al titolare del bar collocato lì vicino che, avendo assistito alla scena, si era messo ad urlare. Consumato il sequestro io e Giovanni Franco sul furgone e Renato Franco con la Jeep nera ci siamo immediatamente recati a casa in via Santa Maria del Pozzo”.


