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giovedì, Marzo 28, 2024
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Soldi, donne e risse, Nurcaro ‘nel mirino’ anche dei clan: la difesa contesta le prove

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Col passare delle ore cresce l’attesa su quelle che potranno essere le dichiarazioni di Salvatore Nurcaro, vittima designata dell’agguato di piazza Nazionale (costata il ferimento della piccola Noemi di soli quattro anni). E mentre domani è attesa la decisione del gip di Siena Grimaldi che dovrà pronunciarsi su Armando Del Re emergono particolari su Nurcaro di una certa importanza che potrebbero svelare tanto forse troppo e inquadrare definitivamente il contesto entro cui è maturato l’agguato. Tra tanti dubbi emerge una certezza: Nurcaro e Armando Del Re si conoscevano come confermato dallo stesso 28enne (originario del rione Monterosa di Scampia ma residente da qualche tempo alle Case Nuove). Salvatore Nurcaro avrebbe infatti commesso, nei giorni precedenti al raid, un affronto: avrebbe picchiato il figlio di un ras dei Formicola. Fonti di Internapoli confermano questa notizia identificando la vittima del pestaggio in uno dei due figli di Antonio Marigliano, figlio di Stanislao Formicola, personaggio storico della cosca di via Taverna del ferro. Un particolare da non dimenticare visto che ci sono tanti riscontri di una vicinanza di Del Re ad ambienti riconducibili a questo clan. Non solo. Nurcaro avrebbe da qualche tempo anche una relazione con una donna che graviterebbe proprio in tali ambienti, relazione che, secondo fonti investigative, gli avrebbe già portato qualche problema. Una pista, quest’ultima, alquanto debole.

Vi è poi l’aspetto puramente economico, l’ipotesi preminente per ‘spiegare’ cosa accaduto lo scorso 3 maggio: i Del Re erano già sotto intercettazione per un’altra inchiesta relativa ad un traffico di droga e dunque, c’è il sospetto che i Del Re e Nurcaro fossero in affari e che alla base del dissidio tra i due possa esserci un debito da saldare. Queste le ipotesi investigative che cercano di fornire un quadro più nitido alla vicenda che presenta ancora molti interrogativi, interrogativi già evidenziati dal legale di Armando Del Re davanti al gip in merito ai frame che immortalano il suo assistito (come riportato da Internapoli) e sulla teste che avrebbe fornito alcuni numeri della targa della Benelli usata dal killer. Anche su questo punto l’avvocato Claudio D’Avino ha sollevato dubbi: il legale ha fatto notare come tale particolare non abbia valore probatorio perché le generalità della donna non sono mai state acquisite ed essa resta dunque ignota. Domande ancora senza risposta, interrogativi cui forse solo Nurcaro potrà fornire la risposta decisiva.

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