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venerdì, Aprile 19, 2024
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Spari in piazza Nazionale, il ‘mistero’ dei pizzini di Nurcaro distrutti in ospedale

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A distanza di quasi tre mesi dall’agguato di piazza Nazionale (era il 3 maggio) spunta una nuova informativa che potrebbe far luce in maniera significativa sui reali motivi del raid (costato il ferimento di Salvatore Nurcaro, della piccola Noemi e di sua nonna). Si tratta di un’informativa dello scorso 10 giugno in cui gli inquirenti sembrano inquadrare nei motivi passionali il reale movente del raid. Intercettazioni, mezze frasi, allusioni:questo e quant’altro sembrano ‘suggerire’ una vendetta alla base dell’azione armata che ha rischiato di far morire una bambina di soli quattro anni. Nessuna parola diretta da Nurcaro sia chiaro anzi, il 32enne ricoverato in ospedale dopo essersi svegliato in presenza dei parenti, come emerge nel documento, non fa mai accenno all’agguato subito: nessuna parola nè rimando. Con il tipico gesto di chi induce al silenzio gli altri, fa capire sin da subito ai parenti presenti nella stanza di non proferire parola. Come se sapesse fin dal primo momento di essere intercettato. E’ questo uno dei particolari più interessanti emersi sull’uomo scampato alla morte, agguato per cui sono indagati i due fratelli Armando (come esecutore materiale) e Antonio (per favoreggiamento) Del Re. Si tratta di particolari inediti riguardanti l’uomo che ha ammesso sì di aver riconosciuto il killer senza mai fare però il nome di Del Re.

Oltre a questo c’è però dell’altro. Nei giorni successivi al suo risveglio Nurcaro comunica col fratello attraverso dei block notes. Un’azione che però manda su tutte le furie la madre del giovane che dopo aver urlato ‘basta lasciatelo stare’ strappa poi tutti i biglietti gettandoli nel bagno. Non è stato dunque possibile per gli inquirenti risalire al contenuto di questi foglietti anche se il fratello dello stesso Nurcaro ne ha fatto espresso riferimento quando, nel fornire informazioni utili a inquadrare il contesto entro cui l’agguato è maturato, ha precisato che “dopo l’arresto di Armando Del Re ho comunicato la notizia a Salvatore mimando il gesto di una persona ammanettata e lui mi ha dato l’impressione di aver già ricevuto la notizia”. Proprio l’eccessiva prudenza mostrata da Nurcaro spinge pochi giorni dopo i parenti a effettuare una ‘bonifica’ della stanza e al ritrovamento poi di una telecamere prontamente ‘oscurata’.

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