giovedì, Agosto 14, 2025
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Terra dei Fuochi, flop bonifiche: realizzati soltanto il 6% degli interventi previsti

Nella Terra dei Fuochi è stato eseguito soltanto il 6% degli interventi previsti dal piano di bonifica. Dei circa 7.200 ettari di terreni agricoli sottoposti ad un’attenta vigilanza, la maggior parte sono ancora da verificare. Inoltre, circa 500 ettari pericolosi per la coltivazione sono ancora oggetto di valutazione, tra quel 10% che è stato già controllato. E intanto in questo quadro giacciono delle vere e proprie discariche a cielo aperto, costituite da 33mila tonnellate di rifiuti.

Questi alcuni dei dati messi nero su bianco dalla relazione – consegnata a maggio scorso circa 60 giorni dopo di ricognizioni e di indagini – stilata dal generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà – nominato commissario unico per la Terra dei Fuochi lo scorso 19 febbraio, in seguito alla sentenza storica emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il report evidenzia infatti che il 90% delle bonifiche previste nella Terra dei Fuochi è ancora da attuare.

E sabato – insieme alla Rete Stop Biocidio, ai comitati e alle organizzazioni ambientaliste attive nel territorio – si terrà così un incontro a San Sebastiano al Vesuvio, presso la Sede del Polo della Sostenibilità Ambientale – gestito dall’associazione Lets Do It Italy – per discutere del documento presentato da Vadalà. Si tratta infatti di una relazione che rappresenta una vera e propria fotografia di ciò che i comitati cittadini sparsi tra il territorio della provincia di Caserta e di Napoli denunciano da anni, ma le cui richieste sono rimaste del tutto disattese. Si passa infatti dalla lista delle aree da cui partire con maggiore urgenza e attenzione, alle indagini ancora aperte sui reati di inquinamento.

Le aree di interesse dell’incontro

L’incontro verterà su cinque aree di interesse – stando a quando riportato in una nota: terreni agricoli contaminati; rifiuti sversati in superficie; discariche abusive e siti contaminati; salute pubblica; coordinamento istituzionale e partecipazione civica. In occasione del tavolo di confronto, il Polo della Sostenibilità Ambientale presenterà in apertura la Sala di Monitoraggio – un documento che evidenzia i siti inquinati, cuore del progetto. L’obiettivo è analizzare le criticità emerse dal report, valutando così la possibilità di un’efficace azione di vigilanza e verifica da parte delle politiche governative. Si tratta di un progetto che, pur avendo solo da qualche mese una sede fisica, rappresenta un modello già consolidato, tanto che Let’s Do It Italy occupa nella storica relazione della Cedu sulla Terra dei Fuochi un posto di rilievo, per il contributo offerto nell’individuazione delle zone a rischio.

Il quadro disponibile delineato dal commissario straordinario Giuseppe Vadalà

Di sicuro il nodo più difficile da sciogliere riguarda il tema della bonifica delle discariche e dei siti contaminati. Il quadro attualmente disponibile rimane ancora piuttosto critico: dei 293 siti elencati nel Piano di Bonifica – che la Regione Campania ha più volte aggiornato nell’ultimo decennio 2013-2023 – indica che ad oggi è stato eseguito soltanto il 6% degli interventi previsti – affiancato da un 7% di interventi almeno avviati. Ma per il resto, è necessario accelerare: il 65% dei siti rimane ancora da caratterizzare – occorre individuare dunque il corretto mix di sostanze inquinanti, individuando una strategia per trattarle al meglio.

Sul settore agricolo, invece dei 58.761 ettari coltivabili ricompresi nei comuni della Terra dei Fuochi – a cavallo tra la provincia di Napoli e di quella di Caserta – circa 7.200 ettari presentano un rischio potenzialepiù o meno grave. Quelli inclusi nelle categorie di massimo rischio – e quindi da sottoporre a indagine con urgenza – sono circa 1.200. Ma le indagini hanno interessato soltanto 800 di questi. “Degli 800 esaminati, 91 ettari sono già stati interdetti a ogni attività di coltura perché accertati come inquinati“, ha spiegato il commissario.