“Mi hanno fatto una multa che può arrivare fino a 4mila euro, ma io non mi fermo e continuerò a fare il pane per darlo in beneficenza”. Sono queste le parole di Pietro Scaletta che insieme al fratello gestisce un bar in Sicilia. L’uomo ha raccontato la sua vicenda a ‘Le Iene’, registrando un video nel suo laboratorio.
“Da oltre un mese, da quando abbiamo dovuto chiudere l’attività per il coronavirus, un giorno ogni due sforno almeno 200 chili di pane, che poi dono in beneficenza. Tutto è iniziato una mattina, quando un ragazzo viene nel negozio a chiedere che gli fossero regalati due euro di pane. Lì abbiamo capito che la fame iniziava a farsi sentire. Da allora non ci siamo più fermati”.
Il giorno di Pasquetta Pietro e il fratello sono stati raggiunti dalle forze dell’ordine: “Sono entrati polizia, carabinieri, finanza. Avevano ricevuto delle segnalazioni anonime sul fatto che io avrei venduto pane sottobanco, ma non è assolutamente così. Quando sono arrivati c’era anche la Protezione civile nel laboratorio, e i militari hanno potuto vedere a chi donavo quel pane. Erano imbarazzati anche loro, ma non potevano fare altro, perché per le ordinanze io dovevo comunque rimanere chiuso. Alla fine mi hanno fatto un verbale, con una multa che può andare dai 280 ai 4000 euro: adesso ha in mano tutto l’avvocato”.
“La beneficenza non deve fermarsi, c’è chi ha fame anche in questo momento. Se mi impediscono di farlo qui, andrò a farlo in campagna”.