venerdì, Luglio 18, 2025
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Caso Garlasco, spunta un secondo testimone che punta il dito contro Stefania Cappa

Nuovi sviluppi scuotono il caso del delitto di Garlasco, a distanza di quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua villetta la mattina del 13 agosto 2007. Oltre alla recente testimonianza andata in onda nella trasmissione Le Iene, la Procura di Pavia ha acquisito una nuova dichiarazione che potrebbe rimettere in discussione alcuni equilibri finora dati per assodati.

A parlare, questa volta, è una donna di 48 anni che ha deciso solo di recente di raccontare ciò che avrebbe saputo nei giorni successivi all’omicidio. Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, la testimone avrebbe riferito alla Procura di aver raccolto all’epoca delle confidenze dirette da Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi.

“Non mi era affezionata. Non era né buona né bella”

La testimone ha raccontato che Stefania Cappa le avrebbe confidato di non provare alcuna simpatia per Chiara, parlando di “invidia” o “rancore” verso la cugina. “Le stava antipatica – avrebbe detto Cappa – Adesso che è morta tutti a dire che è buona, brava, bella. Non è buona e non è bella”, aggiungendo altre espressioni offensive.

Una seconda frase, riportata sempre dalla 48enne, risalirebbe ai giorni successivi al funerale: “Loro mi devono vedere che vado al cimitero”, avrebbe detto la Cappa mentre osservava il via vai di giornalisti e conoscenti radunati davanti alla lapide della cugina.

Deposizione consegnata alla Procura

La testimone, rimasta finora nell’ombra, ha scelto di parlare solo ora dopo aver letto alcune recenti dichiarazioni pubbliche di Stefania Cappa in cui quest’ultima affermava di aver avuto un “ottimo rapporto” con Chiara. A quel punto, la 48enne si è rivolta al legale Stefano Benvenuto, che ha provveduto a depositare la dichiarazione scritta in Procura.

Per il momento, né l’avvocato Benvenuto né la Procura hanno rilasciato commenti ufficiali. Resta il fatto che queste nuove dichiarazioni si sommano a una serie di recenti sviluppi che stanno riaccendendo i riflettori sul caso, per il quale Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva e si trova da anni in carcere.