Nella notte tra giovedì e venerdì, Israele ha lanciato una massiccia operazione militare contro l’Iran, denominata “Rising Lion”, colpendo oltre cento obiettivi tra cui diversi siti nucleari. Secondo i media statali iraniani, numerose esplosioni sono state segnalate nelle zone nord-orientali di Teheran. Il bilancio provvisorio è di almeno 5 morti e 50 feriti.
Tra le vittime figurano figure di altissimo livello della gerarchia militare iraniana. I media ufficiali di Teheran hanno confermato la morte del generale Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC). Secondo fonti dell’IDF (le forze di difesa israeliane), sarebbero stati uccisi anche il capo di stato maggiore delle forze armate, Mohammad Hossein Baqeri, e il comandante del Comando di emergenza Khatem, Ghulam Ali Rashid.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un discorso televisivo, ha annunciato l’operazione come “una risposta necessaria per eliminare una minaccia esistenziale”. Ha dichiarato che l’Iran è vicino a produrre un’arma nucleare e che Israele “non può permettersi di aspettare oltre”. L’azione, secondo un alto funzionario militare israeliano, ha preso di mira strutture nucleari e postazioni missilistiche a lungo raggio.
Israele ha impiegato oltre 200 caccia in due ondate di attacchi che hanno colpito sei siti distribuiti in cinque città iraniane: Teheran, Natanz, Tabriz, Esfahan, Arak e Kermanshah. Tra gli obiettivi, anche l’impianto nucleare di Natanz e complessi residenziali nella capitale. Secondo l’agenzia IRNA, sarebbero rimasti uccisi diversi civili, tra cui donne e bambini.
La risposta di Teheran non si è fatta attendere. Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate iraniane, ha avvertito che Israele “pagherà un prezzo molto alto”. Anche la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso “gravi conseguenze”, definendo l’attacco “un crimine che condurrà il regime sionista a un destino amaro e doloroso”.
Nel frattempo, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni verso Israele, come confermato dal portavoce dell’IDF, Effie Defrin, precisando che l’esercito israeliano è al lavoro per neutralizzarli. I droni impiegheranno diverse ore per raggiungere lo spazio aereo israeliano.
La situazione è in rapida evoluzione e rappresenta una drammatica escalation nel confronto tra i due Paesi, con il rischio concreto di un allargamento del conflitto nell’intera regione mediorientale.