Stando al recente rapporto Svimez, la crisi dell’auto colpisce anche il Sud. Meno centomila veicoli.
Il rapporto Svimez
Quest’anno il Mezzogiorno nel settore auto è ancora in vantaggio, ma sembra perdere terreno. Dopo il recente scossone riguardante il nuovo Codice della Strada, la produzione di automobili è il settore sul quale si giocherà il futuro industriale del Mezzogiorno. Questo è ciò che afferma il rapporto Svimez ricordando che gli stabilimenti del Sud hanno fornito quasi il 90% degli autoveicoli prodotti in Italia nei primi 9 mesi del 2024, ma hanno perso più di 100 mila unità sul 2023 (-25%). Lo stabilimento di Melfi ha visto da solo una perdita di quasi 90mila unità. A peggiorare la situazione è stata la sospensione dell’investimento da oltre 2 miliardi per la realizzazione della gigafactory di batterie a Termoli. La filiera estesa nel Mezzogiorno dell’automotive vale quasi 13 miliardi in termini di valore aggiunto e circa 300 mila occupati, più della metà in Campania (30%) e Puglia (21%), seguite da Sicilia (21%) e Abruzzo (11%).
Il Sud rallenta, rischio sorpasso del Nord
Il Mezzogiorno cresce più del Centro-Nord Italia per il secondo anno consecutivo. Il Pil al Sud è previsto in aumento dello 0,9% nel 2024 contro lo 0,7% del resto del Paese, secondo il rapporto Svimez che descrive come “decisivo” il ruolo del Pnrr. Il piano vale 1,8 punti di Pil nel 2024-2026. Si riduce tuttavia lo scarto di crescita favorevole al Sud rispetto al 2023 e, dal prossimo anno, l’Associazione evidenzia i rischi di un ritorno alla “normalità” di una crescita più stentata rispetto al resto del Paese nel 2025 e 2026. Questo a causa del rientro dalle politiche di stimolo agli investimenti e di sostegno ai redditi delle famiglie. La legge di bilancio taglierà, secondo le stime di Svimez, le risorse destinate al Sud di circa 5,3 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. In particolare, l’addio alla decontribuzione Sud causerà la perdita di ben 25.000 posti di lavoro.