L’attaccante del Liverpool Stadio Manè ha vinto ieri il Pallone D’Oro africano, precedendo Salah e Mahrez. Manè è il secondo calciatore senegalese ad aggiudicarsi l’ambito trofeo dopo El Hadji Diouf, che firmò una doppietta nelle edizioni del 2001 e del 2002. Alla ventottesima cerimonia di assegnazione del premio, che si è svolta a Hurghada in Egitto, non ha partecipato Salah, che aveva vinto le ultime edizioni, e nemmeno Mahrez, impegnato nel derby di coppa con il suo City. Ma Manè non ha fatto parlare tanto di sè nelle ultime ore per la vittoria del pallone d’oro, ma piuttosto per la storia del suo telefonino.
Il telefonino di Manè
Sadio Manè, uno dei migliori giocatori del mondo, è stato fotografato con il cellulare mezzo rotto, come potrebbe accadere a ciascuno di noi. Sui social commentano: “Manè ti entra nel core per la sua grande umiltà. Pellicola in vetro rotta e cuffie classiche, altro che wireless. I soldi preferisce darli in beneficenza al suo Senegal”.
Madio Mané, numero 10 del Liverpool campione d’Europa e punto fermo del tridente dei Reds schierato da Klopp, si racconta in un’intervista a Teledakar, e tra i tanti argomenti ha svelato anche il suo rapporto con i soldi con un messaggio da brividi: “Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi e due aerei? Mi chiedo: cosa faranno questi oggetti per me e per il mondo? Io so cosa voglia dire avere fame, ho lavorato nei campi, sono sopravvissuto alle guerre”.
Poi Manè ha ricordato altri momenti difficili della sua vita
“Come e quando ho iniziato a giocare? Ho giocato a calcio a piedi nudi, non sono andato a scuola perché non potevo permettermelo. Oggi con quello che guadagno grazie al calcio posso aiutare la mia gente, ho costruito scuole e uno stadio, fornisco vestiti, scarpe, cibo per le persone che vivono in estrema povertà. Preferisco che il mio popolo riceva un po’ di ciò che la vita mi ha dato”.
