Salvatore Tamburrino ha rilasciato nuovi verbali sul clan Di Lauro nell’ambito dell’inchiesta che ha sgominato un’organizzazione criminale, con legami con la mafia e la camorra. Il gruppo indagato avrebbe messo a segno un’evasione dell’Iva per centinaia di milioni di euro. Lo scorso 14 novembre sono state eseguite 47 misure cautelari personali e sequestri di beni, valori e denaro per 520 milioni. Il dettaglio sul clan Di Lauro è emerso nell’ordinanza di custodia cautelare, lunga oltre mille pagine, firmata dal gip del Tribunale di Milano, Mattia Fiorentini.
I nuovi verbali di Tamburrino contro il clan Di Lauro
In un verbale rilasciato nel 4 dicembre 2023 il collaboratore di giustizia ha dichiarato: “Ho fatto parte del clan Di Lauro e sono già stato condannato per 416 bis dal 2000 al 2004 e poi di nuovo fino al 2019, beneficiando dell’attenuante prevista per i collaboratori di giustizia“. Gli inquirenti hanno chiesto al pentito di fornire elementi in merito al coinvolgimento della camorra di Secondigliano nelle frodi.
“Il clan Di Lauro si occupa di tali attività tramite una persona arrestata con Enzo Di Lauro, figlio di Paolo. Aveva imprese fittizie con suoi prestanome. Faceva girare bonifici da persone di sua conoscenza per poi ricavarne liquidità, girandoli su aziende che avevo io con prestanomi: io avevo un mio prestanome. Il referente mi girava i bonifici a fronte fatture emesse da noi e poi io giravo le somme in Cina. – continua Tamburrino – Tramite un mio amico di Secondigliano che acquistava abbigliamento intimo per San Giuseppe Vesuviano, io inviavo i soldi in Cina e quando i cinesi visualizzavano i bonifici, mi davano liquidità con provvigione del 2%. Io, a mia volta, giravo i soldi all’uomo di Enzo Di Lauro che li girava poi ai suoi contatti, ma non so chi siano“. Il secondogenito di Paolo Di Lauro non è indagato nell’inchiesta.
I professionisti delle frodi
Secondo gli inquirenti i professionisti delle frodi avrebbero: “Agevolato economicamente consorterie di stampo mafioso, tra cui il clan camorristico Di Lauro di Scampia ed il clan camorristico Nuvoletta di Marano di Napoli, reinvestendo i proventi illeciti nel circuito della frode all’IVA e successivamente riversando i profitti anche per il complessivo sostentamento della organizzazione criminale“. In manette sono finiti Vittorio Felaco e Giovanni Nuvoletta, figlio del defunto boss Ciro, entrambi sono difesi dall’avvocato Luca Gilli.
I clan Di Lauro e Nuvoletta riciclavano i soldi con i ‘professionisti’ delle frodi