venerdì, Agosto 15, 2025
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“Scendi mi hanno sparato”, la citofonata del capopiazza del clan De Micco

E’ il 12 marzo del 2018 quando una citofonata serale allerta la vita familiare in una casa in via Oplonti a Ponticelli. Giù al palazzo c’è Salvatore D’Orsi, capopiazza del clan De Micco conosciuto nell’ambiente con il soprannome ‘a Polpetta. Il 28enne gestisce lo spaccio a pochi metri dalla sua abitazione motivo per il quale era entrato nel mirino dei nemici del clan Schisa-Minichini, inoltre, pedina il ras Michele Minichini. Lui sapeva di essere in pericolo tanto che il 28 febbraio scrive un post premonitore sul suo profilo Facebook.

Nonostante fosse stato colpito da tre colpi di pistola, D’Orsi riesce a chiedere aiuto al papà che lo porta al pronto soccorso di Villa Betania: “Scendi scendi mi hanno sparato“. La corsa in ospedale riesce solo a ritardare l’epilogo: Polpetta muore il giorno dopo e subito partono le indagine delle forze dell’ordine.

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Salvatore D’Orsi aveva precedenti per detenzione e porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. “Quest’ultimo era un filatore del clan De Micco ed era solito aspettare Michele Minichini quando andava a casa di A.D.B. Più volte Michele Minichini ha avvisato G. E., di fare desistere il nipote, Polpetta, dal fare da filatore. Gli esecutori materiali sono stati Michele Minichini e Giuseppe Prisco. Polpetta è stato sparato sotto il suo palazzo mentre stava citofonando. Anche in questo caso, a decidere l’omicidio siamo stati io, Vincenza Maione e Michele Minichini – ha dichiarato ai magistrati la collaboratrice di giustizia Luisa De Stefano – Siamo andate in ospedale poiché Polpetta non è morto sul colpo, ma solo dopo in ospedale e dovevamo accertarcene“. Il retroscena sull’omicidio D’Orsi emerge nella recente indagine della Procura di Napoli, coordinata da Nicola Gratteri, condotta contro l’alleanza tra i clan di Ponticelli.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.