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Boss ucciso a Secondigliano:”Di Lauro ebbe il ‘permesso’ da Nuvoletta”

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Tra i retroscena emersi sull’ascesa del clan Di Lauro figura sicuramente l’uccisione di Aniello La Monica, storico padrino di Secondigliano nonchè ‘padre criminale’ di ‘Ciruzz ‘o milionario’. Secondo le rivelazioni dei collaboratori di giustizia la sera prima dell’agguato a La Monica il gruppo di Paolo Di Lauro (di cui faceva parte anche Raffaele Abbinante) ebbe come dire il permesso di poter eseguire la condanna da parte dei Nuvoletta di Marano. Una sorta di precauzione in quanto i maranesi erano pur sempre legati a Cosa Nostra.

L’agguato a La Monica
Si racconta che per riuscire nell’impresa di eliminare La Monica, lo avrebbero fatto scendere di casa con un inganno, dovendo mostrargli certi diamanti da acquistare come capitava di sovente tra i componenti di quel gruppo. Lo stesso Maurizio Prestieri ha raccontato che ‘Aniellucc o pazz’ fu prima investito e poi, una volta a terra, fu colpito da una scarica di proiettili. Un altro ex colonnello del clan Antonio Ruocco raccontò:: “Appresi direttamente da Raffaele Abbinante, che aveva partecipato all’agguato, come si erano svolti i fatti. Mi fu riferito che avevano fatto una telefonata a La Monica attirandolo fuori casa con la scusa di fargli acquistare brillanti. Aniello era caduto nella trappola così scesero dalla macchina e investirono il boss e poi gli spararono. Sull’auto c’era anche Ciruzzo o milionario, Raffaele Prestieri, che guidava, e Rosario Pariante”.
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