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domenica, Giugno 16, 2024
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Camorra e racket in Emilia Romagna, confermata la stangata per il gruppo di Contini

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Guerra di camorra esportata in Emilia-Romagna, la Cassazione conferma le condanne d’appello per il gruppo di Ciro Contini, protagonista di una guerra tra il suo gruppo e quello riconducibile alla famiglia Romaniello. Il presunto capogruppo soprannominato ‘o niron si è visto confermare la condanna a 16 anni e 8 mesi (a fronte dei vent’anni del primo grado). Per il suo braccio destro Antonio Acampa stabiliti 11 anni e 4 mesi.

Tredici anni e quattro mesi per Cosimo Nicoli’, dieci anni e quattro mesi per Fabio Rivieccio, otto anni e quattro mesi per Pasquale Palumbo, otto anni e quattro mesi per Francesco Capasso, otto anni e otto mesi per Massimiliano Romaniello, nove anni, cinque anni e quattro mesi per Giuseppe Ripoli.

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L’OPERAZIONE CONTRO IL CLAN CONTINI: GLI ARRESTI DELL’OTTOBRE 2019

C’era il 31enne Ciro Contini, nipote del boss Eduardo Contini, detto ‘ romano, a capo del gruppo di camorra che aveva messo le mani sulla riviera romagnola. L’undici ottobre 2019 al termine di un’indagine della Dda della Procura di Bologna, tra Rimini, Napoli, Marcianise, Latina e Prato i carabinieri hanno arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione per delinquere di tipo mafioso.

Secondo gli inquirenti il gruppo si era insediato nella provincia di Rimini con inaudita e spregiudicata violenza, ostentata ad ogni favorevole occasione per ribadire la forte presenza sul territorio, potendo contare anche su un’ampia disponibilità di armi da fuoco e utilizzando armi improprie – bastoni, mazze e martelli – per compiere violente azioni di forza.

GLI UOMINI DI CIRO CONTINI

Il giovane ras era affiancato dal suo braccio destro Antonio Acampa classe ‘79. Dai gregari Cosimo Nicolì classe ‘77 e Armando Savorra classe ‘57, pluripregiudicati napoletani da anni residenti in Rimini. Nonché da giovani e pericolosi “pendolari del crimine”. Partivano da Napoli e arrivavano a Rimini per commettere azioni violente nei confronti di coloro che non obbedivano ai voleri del gruppo criminoso. Tra questi ultimi venivano identificati Pasquale Palumbo classe ‘75, Francesco Capasso classe ’93 e Fabio Rivieccio classe ’91, tutti gravati da numerosi precedenti penali.

IL TESORO DEL GRUPPO

Le indagini hanno acclarato che gli arrestati hanno organizzato ed eseguito violenti pestaggi nei confronti di pluripregiudicati. Gli stessi ben noti negli ambienti delinquenziali riminesi e storicamente legati a clan camorristici campani. Azione violente tese a dare un preciso segnale sulla presenza sul territorio del nuovo gruppo. Disposto anche il sequestro preventivo di due società, di un autonoleggio e conti correnti per un valore di circa 500mila euro. Oltre che in quella di Rimini, l’operazione è scattata nelle province di Prato, Latina, Caserta e Napoli.

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