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sabato, Giugno 28, 2025
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Camorra imprenditoriale a Napoli, raddoppiate in un anno le interdittive antimafia

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E’ raddoppiato in un anno il numero delle interdittive antimafia a Napoli. I dati diffusi dalla Prefettura sono emblematici e segnano la permeabilità della camorra nel tessuto socio-economico nel capoluogo partenopeo. Mentre nel 2023 erano state emanate 101 interdittive, nel 2024 il numero è cresciuto a 203, di cui al momento soltanto una è stata annullata. Altri 95 imprenditori hanno fatto ricorso al TAR.

A fare il punto della situazione è il Prefetto di Napoli Michele di Bari, nell’ambito del convegno “Interdittive antimafia e tutela del Mercato“, a cui hanno partecipato anche il presidente dell’Acen Angelo Lancellotti, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri Biagio Storniolo, l’assessore alla Polizia municipale e alla Legalità Antonio De Iesu e l’ex Procuratore generale vicario Aldo De Chiara.

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Il Prefetto di Napoli Michele Di Bari e l’importanza delle interdittive antimafia

L’ingerenza della criminalità organizzata all’interno dell’economia, soprattutto durante periodi di crisi, è un tema caldo. I dati rilevati l’anno scorso, del resto, parlano chiaro, e testimoniano come il fenomeno sia largamente esteso. A tal proposito, l’interdittiva antimafia rappresenta uno dei principali strumenti per combattere l’infiltrazione delle mafie all’interno del tessuto economico e commerciale cittadino. Le parole pronunciate dal Prefetto Di Bari durante l’incontro hanno infatti messo in risalto il grande valore che assumono queste misure nel garantire la legalità all’interno del circuito economico, essendo tra l’altro frutto di un intenso lavoro sinergico di analisi condotto da un gruppo interforze dedicato.

Lo strumento dell’interdittiva antimafia è importantissimo per la legalità dell’economia. Espungere dal novero del mercato temporaneamente un’azienda che è risultata infiltrata significa potenziare le imprese presenti nella white list, immuni cioè da ogni evenienza di infiltrazioni. Su Napoli i numeri del 2024 sono importanti. Al momento non abbiamo situazioni di criticità, a dimostrazione sia delle motivazioni pregnanti, importanti e profonde che vengono riportate nei relativi provvedimenti, sia dell’importante lavoro istruttorio alla base. Alla base di un’interdittiva antimafia c’è un lungo percorso in cui si riunisce prima un gruppo interforze antimafia, segue l’attenta analisi della struttura prefettizia preposta. Infine c’è l’adozione del provvedimento“, ha dichiarato il Prefetto.

Il presidente dell’Acen Angelo Lancellotti e le paure delle aziende oneste

Tuttavia, se da un lato è vero che le interdittive antimafia costituiscono delle misure fondamentali per contrastare la cosiddetta “economia grigia”, dall’altro non si possono non considerare le controindicazioni di questi strumenti. Del resto le difficoltà degli imprenditori coinvolti in procedimenti che rischiano di mettere a repentaglio il destino delle loro attività non sono poche. E’ necessario dunque evitare che vengano duramente colpite anche aziende estranee alla criminalità. Sul tema è intervenuto infatti Angelo Lancellotti, il quale ha evidenziato l’urgenza di migliorare l’efficacia delle interdittive antimafia.

Vanno messi in luce i possibili miglioramenti per lo strumento. Se dallo strumento viene colpita un’azienda che non sarebbe in odore di mafia, potrebbe conservare l’attività. In un territorio difficile come il nostro, che ha una zona grigia molto estesa, la white list è necessaria, ma va resa più efficiente C’è un problema legato ai lavoratori, ma anche gli imprenditori a volte hanno investito  la vita per mettere in piedi l’azienda, e bisogna tenerne conto in qualche circostanza. Gli strumenti normativi vanno in questa direzione: il controllo giudiziario e il controllo volontario consentono all’imprenditore di parare in qualche modo il colpo. Bisogna però sensibilizzare le amministrazioni al dialogo con questi imprenditori che scelgono di mettersi in regola. È un peccato che aziende che abbiano avviato controlli volontari si ritrovino con dei contratti rescissi“, ha concluso il presidente dell’Acen.

Il contributo delle forze dell’ordine

Accanto a queste parole, significativo è stato anche il contributo delle forze dell’ordine. “Il fenomeno purtroppo esiste e va contrastato. L’unica strada per farlo è intervenire. Con la Prefettura e le altre forze dell’ordine stiamo portando avanti un lavoro importante. Continueremo su questa strada“, ha dichiarato Biagio Storniolo.

L’obiettivo del futuro

L’incontro ha dunque sottolineato la necessità di pervenire ad un equilibrio tra lotta alle mafie e tutela delle aziende oneste. Infatti le interdittive antimafia costituiscono un prezioso strumento per preservare l’integrità di mercato. Tuttavia è assolutamente necessario verificare che vengano attuate in modo giusto, evitando che chi contribuisce alla crescita dell’economia legale ogni giorno subisca danni irreparabili.

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