Gennaro Cirelli e Antonio Muscerino sono stati arrestati con l’accusa di essere gli esecutori materiali dell’omicidio di Giuseppe Scuotto. La Polizia di Stato ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Cirelli, a sinistra nella foto, reggente della Masseria Cardone, e Muscerino, a destra nella foto, affiliato al clan Contini.
Scuotto fu raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi al suo indirizzo nel corso di un attentato di chiara matrice camorristica, mentre percorreva il corso Novara a bordo di un ciclomotore.
Le dichiarazioni dei pentiti
Le attività di indagine condotte dal personale della Squadra Mobile della Questura di Napoli, riaperte nel novembre 2022 a seguito di alcune dichiarazioni di collaboratori di Giustizia e di nuove emergenze investigative, hanno consentito di ricostruire l’evento delittuoso e le relative responsabilità.
Arresti contro i clan Contini e Licciardi
In particolare, partendo dalla documentazione risalente a ventidue anni prima, gli investigatori della Squadra Mobile hanno fornito ulteriori riscontri a quanto già documentato in passato, con il supporto di moderne tecnologie di indagine – come le intercettazioni telematiche – riuscendo ad acquisire nuovi e gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
L’epurazione interna
Nello specifico gli indagati avrebbero commesso l’omicidio nell’ambito di una epurazione interna riconducibile alla presunta gestione, da parte della vittima, di alcuni affari illeciti senza l’autorizzazione dei vertici del sodalizio criminale, oltre che alla paventata possibilità che Scuotto volesse intraprendere un percorso di collaborazione con la Giustizia.
La vittima, che all’epoca dei fatti era assurto al rango di capozona dei Contini nel quartiere del Vasto, aveva riunito intorno a sé alcuni giovani affiliati che condividevano le stesse mire espansionistiche, finalizzate al controllo del territorio e alla gestione delle attività criminali, in aperto contrasto con le direttive dei vertici del sodalizio di appartenenza.

