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Le parole del ras scissionista dei Contini dopo l’agguato: “Mi ha riempito di botte”

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Gioele Lucarelli raccontava l’agguato subito il 20 settembre del 2021, infatti, le sue parole venivano intercettate fornendo alla Dda di Napoli diversi elementi. C’è anche la testimonianza di un rivenditore di bibite che aveva avuto come cliente il ras scissionista del clan Contini nel giorno del raid armato. Secondo il commerciante, il capo del gruppo della Cittadella stava discutendo con lui quando veniva avvicinato da due uomini giunti sul posto a bordo di un T-Max di colore nero.

I due indossavano caschi integrali, vestiti e guanti in lattice neri. Sarebbero arrivati nella cosiddetta via Nuova Casoria a bordo dello scooter e, dopo aver effettuato un’inversione ad U, si fermavano fuori dall’attività commerciale. Dopo essere sceso dalla moto Yamaha, il passeggero avrebbe esploso 2 colpi al suo indirizzo, colpendolo. Quel raid non veniva filmato dalla telecamera di sorveglianza perciò veniva ricostruito con le testimonianze dirette.

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Agguato al ras Lucarelli, il racconto: “Mi ha riempito di botte”

Lucarelli raccontava che i nemici del gruppo della Stadera gli avrebbero dato appuntamento, probabilmente per attirarlo in trappola. Il 25 settembre 2021 il ras raccontava dell’agguato: “Quando lo vidi ‘o frat tutto nero, venne pa’ pa’ pa’ pa’ e mi ha riempito di botte ‘o frat. Non ho messo la mano perché altrimenti se lui vedeva che io mettevo la mano, alzava la mano e bum bum. Io invece furbo ho tenuto subito l’attimo di fare due passi nei lati, mi sono girato e… All’attimo che mi sono girato, ho preso, ho preso, la prima botta nella coscia sinistra, girandomi e facendo il passo hai capito?” Secondo il gip del Tribunale di Napoli dall’intercettazione emergeva indubbiamente che Lucarelli avesse un’arma sulla quale non aveva appoggiato la mano per evitare che l’aggressore potesse essere più spietato andando oltre la gambizzazione.

Gli arresti dopo l’agguato a Lucarelli

Lo scorso 29 maggio la Polizia di Stato eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli, a seguito dell’appello presentato dalla Procura della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 15 indagati gravemente indiziati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, singoli episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti tutti aggravati dalle modalità mafiose per avere con le condotte delittuose agevolato il clan Contini.

L’agguato a Gioele Lucarelli

La misura veniva emessa all’esito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile a seguito del ferimento a colpi d’arma da fuoco di Lucarelli. Dall’attività investigativa è stato possibile evidenziare che quest’evento criminale trovava origine nel clima di forte tensione registrato all’interno del gruppo della Stadera, costola del Clan Contini, in seno al quale è maturata una scissione. Dagli approfondimenti investigativi è emersa infatti la volontà di Lucarelli di creare un gruppo criminale autonomo, rispetto al gruppo della Stadera. 

Scissione dal clan Contini, arresti dopo l’agguato al ras Lucarelli

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.