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Camorra 2.0, droga venduta anche anche il pos ma risultava acquisto di abiti

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La droga si pagava anche con il pos nel Casertano, tra Teverola e Carinaro: emerge dall’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Caserta che hanno sgominato una organizzazione criminale, il clan Picca-Di Martino, eseguendo stamani 32 arresti in carcere, tre ai domiciliari e altre misure cautelari meno afflittive.

Secondo quanto emerso dall’analisi delle transazioni l’esercizio commerciale coinvolto era un negozio di abiti: in sostanza si comprava lo stupefacente facendo risultare che si erano venduti vestiti.

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Sul fronte delle estorsioni sono una ventina quelle documentate tra quelle consumate e quelle tentate: le vittime venivano invitate a casa dal capoclan per incutere un maggiore livello di soggezione maggiore. Si tratta, ha detto ancora Gratteri, insieme con i comandanti dei carabinieri presenti in conferenza stampa con il procuratore aggiunto Michele Del Prete: “una camorra al passo con i tempi, in attività non solo estorsioni e droga ma anche riciclaggio che gli ha consentito di infiltrarsi nel tessuto economico, come dimostra il bar con fatturati da 900mila euro euro”.

La zona sul quale il clan agiva è quella sulla quale insiste l’area Asi. I Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di oltre 40 persone, indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra glia arrestati figura anche l’elemento di spicco di un gruppo camorristico operante nella provincia di Caserta.

Droga fatta risultare come shopping
La droga si pagava anche con il pos, tra Teverola e Carinaro: emerge dall’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Caserta che hanno sgominato una organizzazione criminale, il clan Picca-Di Martino, eseguendo stamani 32 arresti in carcere, tre ai domiciliari e altre misure cautelari meno afflittive. Secondo quanto emerso dall’analisi delle transazioni l’esercizio commerciale coinvolto era un negozio di abiti: in sostanza si comprava lo stupefacente facendo risultare che si erano venduti vestiti.

Sul fronte delle estorsioni sono una ventina quelle documentate tra quelle consumate e quelle tentate: le vittime venivano invitate a casa dal capoclan per incutere un maggiore livello di soggezione maggiore. Si tratta, ha detto ancora Gratteri, insieme con i comandanti dei carabinieri presenti in conferenza stampa con il procuratore aggiunto Michele Del prete: “una camorra al passo con i tempi, in attività non solo estorsioni e droga ma anche riciclaggio che gli ha consentito di infiltrarsi nel tessuto economico, come dimostra il bar con fatturati da 900mila euro euro”. La zona sul quale il clan agiva è quella sulla quale insiste l’area Asi.

TUTTI GLI INDAGATI

CARCERE
Aldo Picca
Nicola Di Martino
Salvatore De Santis
Raffaele Di Tella
Giovanni Picca
Francesco De Chiara
Antonio Zuppa
Antimo Ceparano
Salvatore Muscariello
Veronika Viatkina
Antonio Zaccariello
Michele Vinciguerra
Raffaele Santoro
Luigi Stellato
Cristian Pio Intelligenza
Antonio Rega
Angelo Rega
Vincenzo Mottola
Enrico Della Gatta
Salvatore Pasqua
Nicola Podda
Giuseppe Sarno
Fabio Della Volpe
Luigi Abategiovanni
Marco Bosco
Fabio Buffardo
Bruno Frascarino
Carmine Sfoco
Armando Sociale
Rossano Spinosa
Omar Schiavone
Giuseppe Lama

ARRESTI DOMICILIARI
Carmine Di Tella
Tobia Abategiovanni
Natalia Watanabe Gomes

DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA
Giuseppe Picca
Raffaele Picca
Cira Picca
Alessio Arbolino
Giuseppe Laudadio
Dario Giovanni Caserta
Lorenzo Griffo

INDAGATI A PIEDE LIBERO
Ermelinda Abategiovanni
Biagio Benigno
Paolo Della Volpe
Daniele Fatale
Adele Marino
Massimo Massa
Antonio Paciello
Laura Picca
Luigi Picca
Angelo Piro
Luisa Ventre
Luigi Marchese
Salvatore Vergas
Veronika Viatkina

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