domenica, Luglio 20, 2025
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Pesca dei datteri, sconto in appello per Pasquale Amato ‘o palumbar

E’ indicato dalla Procura come il capo di un’organizzazione specializzata nella pesca di frodo e in particolare in quella di datteri di mare. Eppure nel processo d’appello Pasquale Amato, soprannominato ‘o palumbar, pescivendolo di Secondigliano, ha ottenuto un consistente sconto di pena. La Corte d’appello di Napoli (II sezione) ha infatti rideterminato la pena per Amato da 6 anni e nove mesi a 4 anni e nove mesi con uno ‘sconto’ dunque di due anni: merito della strategia difensiva dei suoi legali, i penalisti Paolo Gallina e Antonio Chianese (dello studio legale Gallina) che hanno così ottenuto un buon risultato per il loro assistito dopo una lunga battaglia legale. Nei mesi scorsi non erano mancati i colpi di scena come quella del pubblico ministero che, rendendosi conto che la scelta della difesa di abbreviato condizionato alla nomina di un perito avrebbe di fatto allungato i tempi, aveva di fatto accolto le richieste della difesa in relazione alla scadenza dei termini di fase determinando la nuova decisione per ‘o palumbar. Altro risultato degno di nota quello per Vincenzo Amato che, sempre difeso dall’avvocato Antonio Chianese, ha ottenuto la cancellazione dell’imputazione di reato di disastro ambientale e inquinamento ottenendo solo due anni con pena sospesa per il reato di ricettazione. Pasquale Amato (classe 65) e Vincenzo Amato (classe 1970), assistiti da Generoso Grasso, hanno invece rimediato entrambi 4 anni e quattro mesi.

La vicenda. L’odissea di ‘o palumbar e la linea scelta dalla difesa

Una vicenda complessa quella relativa al ruolo di Pasquale Amato ‘o palumbar, legata alla pesca di frodo dei datteri nel Golfo di Napoli e che, per gli inquirenti, era riconducibile a due gruppi attivi nel capoluogo e nella vicina Castellammare di Stabia. Eppure, nonostante anche dalle intercettazioni si evincesse che Amato non fosse responsabile materiale della pesca ma solo della commercializzazione dei datteri nella sua pescheria di Secondigliano, da allora per l’uomo (che mai prima di allora ha avuto problemi con la giustizia) è iniziato un vero e proprio Calvario. Negli anni scorsi il Tribunale di Napoli aveva accolto le richieste della difesa, tra cui lo stesso difensore di Amato, l’avvocato Paolo Gallina, di accedere al rito abbreviato condizionato alla nomina di un perito che potesse verificare se vi fosse stata distruzione ambientale o meno. Un particolare che puntava a far vacillare la ricostruzione dell’accusa contro cui erano giunte in più occasioni le lamentele dei difensori degli indagati attinente la probabile irripetibilità delle operazioni svolte nel 2019 alle quali nessun difensore, attraverso dei propri consulenti, prese parte.