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domenica, Giugno 16, 2024
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Ispettore penitenziario picchiato nel reparto di Alta Sicurezza di Secondigliano

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Nella mattinata del 28 dicembre scorso presso il penitenziario partenopeo di Secondigliano un Ispettore della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto del circuito Alta Sicurezza. Il 24enne lo ha colpito brutalmente con un pugno al viso costringendolo a ricorrere alle cure del pronto soccorso con prognosi di 7 giorni salvo complicazioni e contusioni multiple.

Erano circa le 12 quando l’Ispettore, coordinatore del reparto detentivo, durante un colloquio con un detenuto, è stato malamente aggredito per futili motivi legati a una richiesta di trasferimento. Solo il pronto intervento di altri poliziotti ha evitato che la grave situazione degenerasse ulteriormente.

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“L’ennesima dimostrazione di inciviltà e mancata aderenza alle regole posta in essere da appartenenti alla popolazione detenuta, è la goccia che fa traboccare il vaso e mette la parola BASTA come sigillo alla tolleranza dei poliziotti!

Il Si.N.A.P.Pe chiederà un intervento esemplare nei confronti del detenuto ed una presa di posizione decisiva da parte dell’Amministrazione che deve porre termine ad un tale “bollettino di guerra”, commenta Luigi VARGAS – Segretario Generale Aggiunto Si.N.A.P.Pe.

Una situazione fuori controllo da troppo tempo – continua Pasquale GALLO – Segretario Regionale Si.N.A.P.Pe – nonostante tutti i gridi di allarme lanciati ininterrottamente. Il personale è esausto e demotivato delle continue vessazioni e di essere vittimizzato da episodi che compromettono seriamente l’ordine, la sicurezza e l’incolumità fisica. I detenuti continuano ad avere una condotta tracotante ed iraconda e sono sempre meno avvezzi al rispetto delle regole penitenziarie. Le carceri campane sono oramai diventate una polveriera.

Vista la drammatica in cui versano i penitenziari italiani – proseguono i due sindacalisti – non stupisce che si continuino a verificare violenze nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, che oltre agli estremi sacrifici lavorativi connessi ai sempre più gravosi carichi di lavoro, mette a rischio anche la propria incolumità personale.

Da tempo chiediamo seri provvedimenti in termini disciplinari e in ordine al trasferimento dei detenuti più facinorosi sia a livello regionale che locale – concludono – ma le nostre richieste continuano ad essere inascoltate. Non c’è più tempo di riflettere, ora bisogna agire.

Coinvolgeremo le forze politiche ed istituzionali. È ORA DI DIRE BASTA! Le lavoratrici ed i lavoratori hanno il sacrosanto diritto di espletare il proprio servizio in sicurezza, e senza essere aggrediti da detenuti, peraltro già recidivi.

Intanto, esprimiamo solidarietà e vicinanza al collega coinvolto auspicando ad egli una pronta guarigione.”

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