Pasquale Punzo è stato ritenuto capace di intendere e di volere, e quindi ha la capacità processuale di stare in giudizio. A stabilirlo il perito nominato dal GIP del Tribunale penale di Napoli a seguito di richiesta di incidente probatorio richiesto dalla Difesa dell’indagato.
Rigettato anche l’appello al riesame in merito alla concessione dei domiciliari del Punzo, l’uomo è difeso dall’avvocato Massimo Viscusi.
Fabbrica di botti esplosa a Ercolano, le accuse di Punzo: “Io plagiato da D’Angelo e dalla mamma delle gemelle”
Da commerciante di detersivi si sarebbe trovato invischiato nella vicenda della fabbrica di botti abusiva di Ercolano, quella che nel primo pomeriggio del 18 novembre scorso è esplosa uccidendo le gemelle Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu. A “plagiarlo” sarebbero stati tale Enzo (Vincenzo D’Angelo), che lui descrive come il capo di tutta l’operazione, e la madre delle gemelle morte, Lucia Barile.
Fabbrica di botti esplosa a Ercolano, ieri l’arresto di due indagati
È la versione che Pasquale Punzo, il primo arrestato per quella tragedia, ha reso agli inquirenti nei giorni successivi, quando ha iniziato a collaborare. E anche dalle sue dichiarazioni si è arrivati agli arresti del 4 aprile.
Il gip ha disposto il carcere per Vincenzo D’Angelo, 31 anni, a cui vengono contestati gli stessi reati di Punzo: omicidio volontario con dolo eventuale, fabbricazione di esplosivi pirotecnici non convenzionali e non riconosciuti e sfruttamento di manodopera in spregio alle norme sulla salute e la sicurezza sul lavoro.
Domiciliari, invece, per il 64enne Raffaele Boccia, che avrebbe venduto, senza registrarle, grosse quantità di perclorato di potassio e polvere di alluminio sapendole destinate alla fabbricazione illegale degli esplosivi.